A proposito di classici…
CIME TEMPESTOSE, di Emily Bronte
I percorsi che avvicinano alla lettura possono essere molteplici, anche i meno ortodossi.
Quando ero piccola (illo die) trovai in casa un settimanale di fotoromanzi dove sottoforma di
foto e fumetto scoprii la storia di Heathcliff e Catherine. Heathcliff aveva le sembianze di Giorgio Albertazzi.
Ma più che la storia d’amore, forse neppure adatta a una bimbetta, mi colpi’ la brughiera
che faceva da sfondo alla storia, con le piante di erica piegate dal vento del nord.
E proprio nello Yorkshire, con la brughiera intorno, crebbe Emily Bronte con le sue sorelle,
schiva e di salute malferma (morì a trent’anni).
Qui scrisse il suo unico romanzo dalla struttura insolita e fu subito un capolavoro. (anche se la
prima accoglienza fu negativa).
Siamo in epoca vittoriana e quella giovane donna con scarsa esperienza di vita stupisce
per il suo talento nel creare personaggi complessi con dentro tutte le gamme dei sentimenti, anche i più abietti.
Leggendolo in età adulta, scoprii non trattarsi esattamente di un romanzo d’amore, ma piuttosto di passioni violente e la natura selvaggia non è li a caso, ma è l’emblema della
tormentata vita dei protagonisti.
Siamo in pieno Romanticismo, per giunta con risvolti gotici.
Cime tempestose e’ soprattutto la storia di Heathcliff, trovatello adottato e cresciuto nel casale di Wuthering Heigts in un ambiente per lui troppo elevato che lo segnerà per sempre.
Il periodo dell’adolescenza passato con la quasi- sorella Catherine e’ uno dei momenti più
belli della vicenda perché la loro vita selvaggia e spensierata fatta di giochi e corse nella brughiera parla di un sentimento che se ne infischia delle differenze sociali e culturali.
Ma il ritorno alla realtà con la scelta di lei per un matrimonio al suo livello sociale segnerà
per Heathcliff l’inizio della vendetta che non è tanto contro l’amata, ma contro quell’ambiente che lo ha respinto e umiliato.
Da allora scende tutti gli scalini della vendetta e della degradazione.
Certe pagine fanno male… davvero un personaggio complesso.
Così ora ho per la terza volta incontrato questa storia, ma ne ho riletto solo la prima parte per rivedere i due in quell’epoca felice della giovinezza quando ci si dimentica per un momento di essere poveri o ricchi, rozzi o raffinati e si è solo due ragazzi nella brughiera spazzata dal vento.
Recensione di Ornella Panaro
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