Abbiamo intervistato Eugenio Nocciolini e Edoardo Orlandi che hanno operato un’interessante rilettura romanzata delle vicende legate al “Mostro di Firenze”.

Abbiamo intervistato Eugenio Nocciolini e Edoardo Orlandi che hanno operato un’interessante rilettura romanzata delle vicende legate al “Mostro di Firenze”.

 

Intervista n. 215

 

 

Edoardo Orlandi – Eugenio Nocciolini

 

 

1 Partiamo col presentare il vostro romanzo “Nessuno. Voci nella storia del mostro di Firenze”. Quale è stato lo spunto che vi ha portato ad addentrarvi in questo viaggio?

Della storia del Mostro di Firenze se ne è parlato e se ne parla da tanti anni e affrontando questa terribile vicenda sempre dallo stesso punto di vista. Capire chi è l’assassino, se era uno o se erano in tanti, per chi lavoravano, come poteva essere Pacciani, e i sardi? Il medico nel lago poi che ci incastra? Ecco la nostra voglia era provare a riportare al centro del dibattito i sedici ragazzi che sono stati uccisi. I loro sogni, le loro speranze, le loro vite. Perché i loro corpi sono l’unica certezza di tutta questa storia ed è giusto ricordarli. Se non hanno avuto giustizia, o almeno non del tutto, che abbiano almeno memoria.

2 Su quali fonti vi siete basati per la realizzazione di quest’opera?

La nostra è un’opera di fantasia ovviamente, è un romanzo non una inchiesta o un saggio ma è comunque basato sulle fonti storiche e sugli atti di indagine sui quali abbiamo poi “costruito” le sotto-trame del nostro romanzo.

 

 

3 Nel romanzo, accanto alle voci delle vittime dirette e indirette del mostro troviamo il percorso di Libero, un giovane giornalista che segue lo svolgersi degli eventi e le varie tappe dell’inchiesta e vediamo una progressiva maturazione nel suo cammino umano e professionale. Possiamo vedervi una sorta di romanzo di formazione?

Libero rappresenta più del semplice giornalista in carriera che lavora su un caso di cronaca. E’ l’espressione di quanto sia difficile affrontare certe storie e come queste diventino parte di noi, del nostro quotidiano, tanto da trasformarsi piano piano quasi in una ossessione. Libero rappresenta un’altra vittima di questa gigantesca vicenda che ha condannato tanti, come lui, a domandarsi fino all’ultimo giorno: chi è il Mostro di Firenze.

4 Trovo che abbiate trattato le vicende dei protagonisti con grande rispetto, sensibilità e cura del dettagli. Quanto è stato difficile immedesimarsi in tante personalità diverse, rimanendo credibili?

In realtà la difficoltà è stata raccontare storie di persone che non ci sono più o, se ancora ci sono, che sono state toccate da un’esperienza orribile e si spera difficilmente accomunabile a noi. La difficoltà nella credibilità del personaggio è stata meno presente proprio perché abbiamo utilizzato punti di vista differenti, ma tutti estremamente umani, concreti, vicini a noi. Siamo anche noi persone che hanno, o hanno avuto, relazioni più o meno stabili, conosciamo i nostri genitori, siamo stati bambini quindi ciò ha reso più facile entrare in empatia con loro e di loro parlare.

 

 

 

 

5 Credo che uno spunto di riflessione in più lo meriti l’azzeccatissima dedica “A chi è morto per amore”.

Come spieghiamo nelle nostre note finali è stato un modo per restituire ciò che la storia aveva – materialmente – tolto. Dopo il duplice delitto di Travalle del 1981, gli amici della vittime posero una lapide commemorativa sul luogo dell’omicidio. Oltre ai nomi dei loro amici era presente, in lettere lavorate, la scritta “Morti per amore”. Il parroco proprietario dei campi invitò loro a toglierle perché considerate “sconvenienti” per l’epoca. Per noi rappresenta, invece, oltre che una frase vera anche una frase giusta. Non solo Stefano e Susanna lì uccisi ma tutte le vittime del Mostro sono morte davvero per un gesto d’amore. E con questo libro abbiamo voluto ricordarlo ed a loro dedicarlo.

6 Io come voi sono nato poco tempo dopo l’ultimo delitto compiuto dal mostro e ne ho seguito per osmosi gli strascichi giudiziari, eppure sembra che tutto ciò che riguarda quei fatti efferati sia entrato un po’ dentro di noi. Cosa vi ha lasciato ripercorrere quegli eventi e quali considerazioni ne avete tratto?

Anche noi, come Libero, portiamo dentro i detriti di questa infinita storia giudiziaria. Ripercorrerli ti fa capire davvero come il tanto parlarne, trattarne, senza punti fermi, abbia reso ogni possibile ogni possibile soluzione, permettendoci anche di scegliere quella che attira maggiormente la nostra attenzione o fiducia. Ciò ha però portato ad una forma di mitizzazione del possibile o possibili colpevoli: il Mostro è diventato davvero quasi un Mostro delle fiabe. Un personaggio di fantasia al quale ognuno di noi pone un volte. E come dice il titolo del romanzo, se tutti possono essere il Mostro allora è come se fosse davvero Nessuno.

7 Un’altra cosa che abbiamo in comune, oltre all’età piuttosto vicina, è l’amicizia con un maestro come Stefano Massini, una persona a cui personalmente devo molto. Cosa vi ha lasciato e come lo descrivereste a chi ne conosce solo l’aspetto televisivo?

E’ difficile scrivere in poche righe cosa è stato Stefano per noi. Abbiamo avuto il piacere e la fortuna di lavorare con lui per tanti, tantissimi anni. E’ stato certamente più di un Maestro, molto più di un insegnante. E’ evidente che gli dobbiamo molto e siamo orgogliosi e felici del meritato successo che sta avendo.

 

 

 

8 I Social sono, nel bene e nel male, una delle invenzioni più importanti della nostra generazione. Qual è il vostro rapporto con questa realtà?

Non ottimale. Ma non perché abbiamo qualcosa contro questo strumenti, anzi, se utilizzato correttamente può rappresentare una forma eccellente di divulgazione. Anche in questa storia, invece che essere solo il palco per i video del derelitto Vanni al Processo o del becero Pacciani che recita poesie in aula, potrebbero aiutare molto di più nel far conoscere una storia che parla comunque di sedici ragazzi e ragazze uccisi in modo barbaro. Entrambi non ne siamo grandi utilizzatori ma non per questo li contestiamo.

9 Come ultima domanda vi chiedo se avete pensato alla possibilità di una trasposizione teatrale di questo romanzo.

In realtà, in principio, nasce come un progetto teatrale che ha debuttato con successo al Teatro Manzoni di Calenzano nel marzo 2019. Purtroppo l’arrivo appena un anno dopo del Covid ha stroncato questo spettacolo, chissà che non abbia prossimamente un nuovo futuro…

 

Intervista di Enrico Spinelli

 

NESSUNO Voci nella storia del mostro di Firenze

NESSUNO Voci nella storia del mostro di Firenze Eugenio Nocciolini Edoardo Orlandi 

 

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