Abbiamo intervistato Gaetano Savatteri addentrandoci nelle pagine e nei temi presenti nella sua ultima opera “La Magna via”

Abbiamo intervistato Gaetano Savatteri, addentrandoci nelle pagine e nei temi presenti nella sua ultima opera “La Magna via”

 

Intervista n. 223

 

Gaetano Savatteri

 

 

1 Per prima cosa le chiederei di presentarci il suo ultimo romanzo, “La magna via”

Un viaggio per la Sicilia meno consueta e meno turistica, tra campagne e montagne lungo la Magna Via Francigena, una rete di antichi sentieri, tracciati già al tempo dei normanni, che collega Palermo ad Agrigento. Lamanna, Piccionello e Sulema, decisi a seguire le orme del papà di Saverio che ha intrapreso questo cammino, scoprono una Sicilia arcaica e antica, segnata dallo spopolamento delle campagna e dei paesi. Una Sicilia che scompare.

2 Per quanto i romanzi con Saverio Lamanna non siano mai dei veri e propri gialli trovo che questa sia l’opera più intimista e introspettiva del suo personaggio, condivide?

Saverio si trova lontano dal mare, lontano dal suo paesaggio interiore, e prova un certo straniamento. Per di più, questo viaggio fatto accanto a suo padre, diventa una sorta di ultima avventura tra padre e figlio, due uomini che si guardano e scoprono nell’altro somiglianze e differenze.

 

3 Possiamo dire che nel libro ci sono due viaggi in parallelo, quello di Saverio sia fisico che mentale e quello del lettore attraverso una Sicilia meno nota, meno “da cartolina”?

Esatto, un viaggio fisico e un viaggio mentale. Ogni libro in fondo è sempre un viaggio, fin dai tempi dell’Odissea. E ciascun personaggio esce cambiato alla fine del viaggio. A volte anche il lettore.

 

4 Se dovesse presentare i personaggi di Saverio, Piccionello e Suleima, che a mio avviso sono ugualmente protagonisti ognuno a suo modo, che parole userebbe?

Saverio è l’approccio cerebrale alla realtà, Piccionello rappresenta l’approccio istintivo, Suleima è la sintesi perfetta che ogni donna sa di possedere.

 

 

 

 

5 Nel romanzo e presente il riferimento alla magnifica novella di Pirandello “Il treno ha fischiato”, il racconto di un evento apparentemente ordinario che sconvolge la vita del protagonista. Quanta attualità c’è in questo racconto, soprattutto ai giorni nostri con lo stile di vita frenetico che conduciamo?

Nelle nostre vite, fatte di impegni e scadenze, a volte sentiamo il fischio del treno. Qualcuno segue quel fischio: c’è chi cambia lavoro, chi cambia paese, chi cambia famiglia o partito politico. Altri invece sentono il fischio del treno che però non è abbastanza forte da dettare decisioni di rottura. Ma ciascuno di noi ha sentito almeno una volta il fischio del treno e lo schiudersi di una vita diversa…

 

6 Saverio Lamanna è allo stesso tempo protagonista e narratore delle sue avventure e spesso troviamo dei confronti con la prosa di Camilleri e a Montalbano (che ospita lui e Suleima nel racconto “La calza della befana”). In generale è molto frequente a livello mediatico che uno scrittore siciliano venga accostato a lui o che si faccia un confronto, lei come vive questa cosa, ammesso che la percepisca?

Andrea Camilleri è insuperabile e inimitabile. Per me e per molti altri, è stato il padre che ha aperto nuove possibilità a chi scrive di cose di Sicilia. Un padre senza eredi. Gli ho voluto bene, era un uomo generoso e di grande anima. Mi manca, e quando vengo messo in relazione con lui ne resto inorgoglito e commosso, sapendo che è un grande complimento ma che nessuno può reggere al confronto con Andrea.

 

7 Se non ricordo male sono passati 10 anni da quando è comparso sulla scena Saverio Lamanna. Come è nata l’idea di questo personaggio? Si sarebbe aspettato che le sue storie sarebbero diventate una serie tanto amata?

E’ nato in una delle antologie di racconti gialli della Sellerio. Il personaggio è nato da una serie di conversazioni con Antonio Sellerio a proposito della crisi allora incipiente del mestiere di giornalista. La domanda era: cosa può fare un giornalista curioso e impiccione per natura? Il detective improvvisato e dilettante che non ha a disposizione tecnologie, analisi del Dna, intercettazioni e tecnologia, ma solo un po’ di intuito. I personaggi sono piaciuti e sono stati amati, anche grazie alla fiction tv.

 

8 Mi sono sempre chiesto che effetto faccia su un autore la trasposizione filmica delle sue storie perciò le chiedo cosa ne pensa della serie “Makari”, che di certo può contare su un cast di tutto rispetto.

L’impressione è quella che si prova, più o meno, con i figli. Appena nati somigliano allo zio, al nonno, alla mamma o al papà. Col tempo, imparano a stare in piedi da soli e cominciano ad assomigliare solo a se stessi. Anche i personaggi, andando in tv, imparano a camminare sui loro piedi e prendono le loro strade.

 

 

 

 

 

 

9 Pensando agli altri suoi romanzi a quale opera è più legato o sente che meglio rappresenta la sua proposta stilistica?

Sicuramente il romanzo “La congiura dei loquaci”, il mio primo romanzo ispirato a una storia vera: l’uccisione nel 1944 del sindaco di Racalmuto, il mio paese, sotto gli occhi di tutti. Fra i testimoni c’era anche Leonardo Sciascia che ne scrisse brevemente nelle “Parrocchie di Regalpetra”. Da quello spunto prende avvio il mio romanzo.

 

10 Oggi gran parte della comunicazione e della condivisione passano attraverso i Social, qual è il suo rapporto con questa dimensione?

Non si può fare a meno dei social, come mezzo per informare e informarsi. Sempre cercando di capire da dove provengono informazioni e messaggi.

 

11 Come ultima domanda, riagganciandomi a quanto detto sopra, c’è stato un momento umano o professionale nella sua vita in cui “il treno ha fischiato”?

Molte volte: andare via dalla Sicilia, poi cambiare lavoro, poi cambiare relazioni. Insomma, qualche volte il treno ha fischiato anche per me.

 

Intervista di Enrico Spinelli

 

LA MAGNA VIA Gaetano Savatteri

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