Abbiamo intervistato lo scrittore Carmelo Sardo con cui abbiamo approfondito alcuni temi presenti nella sua ultima opera “Le notti senza memoria”

Abbiamo intervistato lo scrittore Carmelo Sardo con cui abbiamo approfondito alcuni temi presenti nella sua ultima opera “Le notti senza memoria” e nella sua vasta produzione letteraria.

Intervista n. 222
Carmelo Sardo

Per prima cosa le chiederei di presentarci il suo ultimo romanzo “Le notti senza memoria”.

“E’ un romanzo onirico, una storia d’amore tormentata, in cui affiorano i deliri di un uomo sospeso nel limbo tra sogno e realtà. che ama follemente una donna nella sua intensa attività onirica, ma nella realtà le cose per lui vanno in modo molto diverso. Ci sarà lungo il percorso una svolta clamorosa, legata a un incidente stradale, che costringerà il protagonista a riscrivere la sua storia umana e passionale.

 

In questo romanzo il protagonista vive sospeso tra una relazione sentimentale onirica e una realtà diametralmente opposta. Possiamo vederci degli elementi di richiamo a quelle emozioni che caratterizzavano il romanticismo tedesco?

“Credo che quando si affrontano storie che abbiano a che fare con il sogno, la fantasia, le passioni, che in qualche modo soppiantano ogni forma di raziocinio, fatalmente si richiamano i temi del grande romanticismo non tanto e non solo tedesco, ma più diffusamente europeo, Confesso che le mie letture hanno inevitabilmente condizionato lo sviluppo di questo romanzo, che però muove da episodi, per quanto onirici, in cui mi sono in qualche modo imbattuto. ”

 

A un certo punto Carlo vive l’ossessione per Nora al punto da arrivare a tanto così da un gesto estremo prima verso di lei e poi verso di sé. Trovo che questo passaggio sia drammaticamente attuale e ben rappresenti le dinamiche che portano a conseguenze di cui purtroppo abbiamo di continuo notizia, condivide?

“Sì, ha colto molto bene. Sono un giornalista di cronaca, e il condizionamento che subisco dai fatti di cronaca nera che accadono nel nostro paese, con tutti i loro risvolti tragici, non possono non aver in qualche modo influenzato il corso del mio romanzo. Mi piaceva l’idea di scandagliare la mente umana, senza avere nozioni professionali scientifiche o mediche, ma come attento osservatore delle dinamiche che segnano un rapporto di coppia.”

 

 

 

Pensando alla difficoltà del protagonista a interagire con Nora viene da pensare ai giorni nostri: è quasi paradossale che, con la sempre più crescente presenza di relazioni virtuali, sia ancora più difficile per le persone interagire e costruire legami stabili, come si spiega un fatto del genere, ammesso che ci possa essere una spiegazione unica?

“Qui sconfiniamo nel nostro tempo, che è largamente condizionato dal virtuale. Come avrà notato, io colloco la mia storia in un’epoca post sessantottina dove c’erano ancora le cabine telefoniche e le fiat Cinquecento che alla guida bisogna fare uso della doppietta giocando con la frizione. Tanto che un elemento importante della storia diventano le lettere scritte e inviate via posta. Oggi lo scenario è totalmente diverso: vai su un social e trovi la persona che cerchi e con chiunque puoi intavolare un rapporto.

 

Si tratta senza dubbio di un’opera dalla forte impronta psicologica con un effetto sorpresa affatto banale. Quanto è stato difficile ideare e realizzare un lavoro così complesso e al tempo stesso estremamente scorrevole?

“Ho impiegato dieci anni per completare questo romanzo. L’ho lasciato a bagno maria a lungo prima di decidermi a darlo alle stampe. In realtà, non è stato così complicato come potrebbe apparire, non foss’ altro perché ogni accadimento che racconto in qu alche modo è accaduto nella mia vita o nelle vite di persone a me vicine.

 

Alcuni temi di questo libro li troviamo nell’opera dedicata a Marco Urso “L’arte della salvezza. Storia favolosa di Marck Art” del 2021. Quali punti di contatto vede tra il celebre artista e Carlo?

“Mi ha sempre appassionato il paranormale. O per dirla con altre parole, quei casi apparentemente inspiegabili di fatti che succedono e che spesso non sappiamo se definirli coincidenze o se aggrapparci al destino che si realizza anche senza di noi. Carlo e Marck Art sono figli di questa mia visione delle cose della vita. Anche se l’uno, Carlo, è un personaggio inventato, l’altro, Marck, esiste. Ma chissà che anche Carlo non sia un po’ tutti noi.

 

 

Nella sua carriera di scrittore ha dedicato numerose opere a quella piaga sociale che è la mafia, narrando soprattutto fatti meno “sotto ai riflettori” ma di grande impatto. Quanto può influire la narrativa moderna nel divulgare la conoscenza di un fenomeno tutt’altro che minore nella storia del nostro Paese?

“Con il memoir Malerba, edito da Mondadori, che ho scritto con il detenuto ergastolano Giuseppe Grassonelli, abbiamo sdoganato il tema poco conosciuto del cosiddetto ergastolo ostativo, il carcere a vita, quello vero, quello che la condanna scade il 31.12.9999 Grazie a quel libro molti lettori ignari ci hanno scritto e ringraziato per averli liberati dai pregiudizi su questa materia. Se uno sbaglia e in carcere si recupera, tenendo fede alla nostra costituzione, è giusto che venga restituito alla società. Se uno resta Totò Riina fino all’ultimo dei suoi giorni. è giusto che resti in galera. L’equazione è semplice.

 

Tornando al discorso dei Social, sempre più una piazza di condivisione e di confronto/scontro, qual è il suo rapporto con questa dimensione?

“Sarò spietatamente leale: io benedico i social quando vengono usati come straordinario mezzo di comunicazione e di diffusione di conoscenza. Ma sono un’arma a doppio taglio, perché hanno sdoganato anche coloro che si sentono in dovere di intervenire su tutto, anche senza averne alcuna competenza. Nascono così le fake news e purtroppo molti abbindolano.

 

Come ultima domanda le chiedo se c’è un tema, un evento o un argomento che le piacerebbe sviluppare in una prossima opera.

“Sì, c’è. E’ un tema saccheggiato quanto vuole, nei confronti del quale mi sento in debito: è il tema delle vittime di mafia. Ne ho parlato qua e là nei miei precedenti libri, ma vorrei poter raccontare una storia dal forte impatto emotivo, magari poco conosciuta, per restituire la giusta dignità a queste persone, ai loro familiari. E chissà che non l’abbia già trovata!”

 

Intervista di Enrico Spinelli

 

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