Abbiamo intervistato Nadia Terranova e ripercorso le sue opere partendo dall’ultimo romanzo “Quello che so di te”
Intervista n. 242
Prima di tutto le chiederei di presentarci il suo ultimo romanzo “Quello che so di te“
In quest’opera troviamo due storie in parallelo eppure un qualche modo connesse, elemento che ritroviamo per altro anche negli altri suoi romanzi, quelle della narratrice e della bisnonna Venera. Quali sono i punti che accomunano due figure di generazioni differenti?
Nel romanzo gioca un ruolo fondamentale nella ricostruzione della vita di Venera anche la “mitologia familiare”, qualcosa che viviamo un po’ tutti nelle nostre realtà e che spesso si contrasta con i fatti documentati. Quanto c’è secondo lei di poetico o di problematico nelle ricostruzioni riferite generazione dopo generazione?
Non va scordato l’ampio spazio dedicato alla realtà dei manicomi e alle “patologie” del periodo. Quanto è stato impegnativo documentarsi e quanto e importante conoscere questa pagina non proprio edificante della nostra Storia?
Oggi non esistono più i manicomi ma sopravvivono molti dei luoghi comuni e delle considerazioni che al tempo portavano le donne a essere considerate malate e condannate a trattamenti quanto mai deleteri. Quale contributo può dare la cultura e la narrativa per superare questa odiosa situazione?
Il tema della memoria richiama un po’ un’altra sua opera, “Addio Fantasmi“, nella quale la narratrice compie un percorso per riuscire a convivere con il suo passato. Quali sono il peso e il valore della memoria della nostra vita e le difficoltà di conviverci secondo lei?
In “Trema la notte” di tre anni fa trovavamo due protagonisti entrambi vittime sia del terremoto che di situazioni drammatiche e che devono trovare la forza di rialzarsi. La loro storia mia ha fatti pensare molto alla Sicilia, una terra che dopo ogni tragedia si rialza sempre, condivide?
Dieci anni fa usciva “Gli anni al contrario”, un romanzo che secondo me ha il grande merito di raccontare con grande concretezza gli anni di piombo e gli eventi successivi attraverso gli occhi di due persone che, pur partendo da ideali simili, seguono strade diverse. Cosa pensa di quell’opera a distanza di tempo?
Lei ha scritto tanti libri per ragazzi, quanto è difficile comunicare con loro e quanto è importante riuscire a veicolare loro messaggi di attualità attraverso la narrativa?
Un’ultima domanda, ringraziandola per la sua disponibilità: oggi la comunicazione viaggia sempre più spesso attraverso i Social, con tutto il bene e il male che ne consegue. Qual è il suo rapporto con questa realtà?
QUELLO CHE SO DI TE Nadia Terranova
ADDIO FANTASMI Nadia Terranova
TREMA LA NOTTE Nadia Terranova
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