ACQUA DI MARE, di Charles Simmons (Sur)
“Nell’estate del 1963 io mi innamorai e mio padre mori annegato”.
Comincia così “Acqua di mare” di Charles Simmons, titolo originale “Salt water” pubblicato negli Stati Uniti nel 1998 e la prima volta in Italia da Rizzoli nel 2007, recentemente ripubblicato da Edizioni Sur con la traduzione di Tommaso Pincio.
Dall’incipit così plateale sembrerebbe di conoscere già tutto della storia che stiamo per leggere presto però scopriamo che proprio non è così.
Durante la lettura infatti ci dimentichiamo immediatamente di questo spiazzante inizio e siamo curiosi e interessati ad andare avanti con le pagine per scoprire cosa accadrà ai protagonisti per i quali nutriamo subito forti simpatie o antipatie.
Si tratta di un romanzo molto breve, soltanto cento sessanta pagine, quasi un lungo racconto di formazione, denso di dialoghi, descrizioni, costruito con tempi narrativi perfetti.
La storia si svolge nell’estate del 1963, una stagione che sarà per l ‘adolescente Michael, il protagonista, splendida e memorabile.
Egli infatti durante le vacanze estive nella casa al mare sull’isola Bone Pont nell’Oceano Pacifico, si innamora della sua affascinante vicina di casa, Zina, ventenne dall’animo tormentato e controverso, bella e viziata con la passione per la fotografia la quale è però attratta dal padre del ragazzo affascinante e abbronzato quarantenne che ricambierà tale passione fino al triste epilogo.
“Acqua di mare” è un libro di sensazioni, ci trasporta e ci fa vivere in un tempo lontano , gli anni sessanta, così diversio dai giorni nostri.
È l estate che segnerà per Michael il passaggio dall’adolescenza, con le sue incertezze e delusioni, all’età adulta che porterà la fine della spensieratezza e la consapevolezza della maturità. È anche l ‘estate prima dell’ omicidio del presidente Kennedy evento che , anche per gli Stati Uniti, segnerà la fine di un periodo storico molto importante.
La scrittura è asciutta e scorrevole, essenziale con dialoghi calibrati e mai prolissa che riesce a catturare l’attenzione di chi legge senza tanti giri di parole.
Altro indiscusso protagonista è il mare che sembra seguire con il suo andamento gli stati d’animo dei protagonisti, l’acqua del titolo é quella infatti salata del mare ma anche quella delle lacrime di Michael che dovrà fare i conti con i tormenti del suo primo amore ma anche con il dolore del tradimento. Celebre è una delle frasi del romanzo : “Le onde dal lato dell’oceano lanciavano spruzzi. Credo di aver pianto lacrime e acqua di mare, hanno lo stesso sapore”. In questo scampolo di fine estate è un piacere immergersi in questa lettura che avvolge con infinite sensazioni derivanti da passioni, delusioni e da pulsioni amorose. Un piccolo capolavoro in cui il calore del sole e la salsedine del mare si impregnano sulla nostra pelle.
Recensione di Gabriella Patriarchi
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