ADDIO MIA AMATA, di Raymond Chandler
Raymond Chandler, assieme al precedente Dashiell Hammett, è uno dei principali autori della letteratura hardboiled. Dai suoi romanzi sono stati tratti svariati adattamenti cinematografici: tra i più celebri figurano senza dubbio Il grande sonno di Howard Hawks – in cui il grandissimo Humphrey Bogart interpreta il celebre investigatore privato Philip Marlowe – e Il lungo addio di Robert Altman.
Ed è proprio l’investigatore Marlowe, nato dalla geniale penna di Chandler, il protagonista di questo romanzo noir del 1940. La vicenda si apre con Marlowe che si imbatte in un ex detenuto, scarcerato dopo otto anni scontati per una grossa rapina, il quale è alla ricerca di una donna, anche lei scomparsa. Ne scaturisce un vortice di intrighi, violenza e mistero nel quale l’investigatore viene intrappolato.
Il protagonista è lontano dal prototipo dell’uomo integerrimo come siamo soliti conoscerlo: è umano, sentimentale, con pochi amici e dal carattere piuttosto risoluto e spiritoso: “Vediamo di dedicare quel che rimane dei nostri cervelli all’esame del problema principale. Quanto mi pagate?” A fare da sfondo è una Los Angeles ricca e torrida, lacerata tuttavia dalla corruzione e da forze di polizia colluse con i pezzi grossi del luogo.
Il whisky scorre a fiumi, i luoghi teatro dell’intreccio sono descritti con maestria dalla abile penna dello scrittore americano: un altro noto contemporaneo, Ian Fleming, affermava in questa direzione: “Chandler offre alcuni dei dialoghi più raffinati della prosa moderna”. Il realismo descrittivo è fervido, la raffinatezza con cui lo scrittore descrive gli interni delle case borghesi è di vibrante fascino, ma ciò che colpisce maggiormente il lettore è la figura dell’antieroe perfettamente incarnata da Philip Marlowe, figura intrigante e, al tempo stesso, di ironia caustica. Un grande romanzo, un grande noir. Assolutamente da non perdere!
Voi cosa ne pensate?
Recensione di Tommaso Aprigliano
ADDIO MIA AMATA Raymond Chandler
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