AL SERVIZIO DI ADOLF HITLER V.S. Alexander

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AL SERVIZIO DI ADOLF HITLER, di V. S. Alexander

“ Tu sei tra la morte e Hitler.
Non dimenticarlo mai”

La vita di Margot Wölk, una delle assaggiatrici di Adolf Hitler è stata fonte di ispirazione per diversi libri. La donna aveva tenuto segreta la sua passata professione fino all’età di 96 anni, morendo subito dopo le sue prime rivelazioni. Dopo un accuratissima documentazione, la scrittrice V. S. Alexander, grande appassionata di storia, in “ Al servizio di Adolf Hitler” ci consegna la sua versione romanzata che non è né una biografia né una ricerca della verità, ma solo una storia che ha le basi nell’esperienza vissuta dal suo modello di riferimento, data l’impossibilità di ricostruire con esattezza avvenimenti storici e sociologici importanti.

AL SERVIZIO DI ADOLF HITLER V.S. Alexander Recensioni Libri e News UnLibroLe vicissitudini vissute dalla protagonista del romanzo, Magda Ritter, la nutrita presenza di personaggi veramente vissuti e storicamente importanti mescolati ai frutti della sua fantasia, ne fanno una inappuntabile combinazione di fiction e verità storica sicuramente interessante ed avvincente, consentendo di scoprire tanti dettagli del periodo esaminato a partire dalle ossessioni di Hitler per il cibo, alle dimore in cui amava vivere, come il castello di Berghof a sud della Germania o a quelle in cui doveva rifugiarsi come la Tana del lupo fino al bunker sotto la Cancelleria tedesca di Berlino dove trovò la morte, sempre circondato da un manipolo di fedelissimi pronti a immolarsi per lui in ogni istante e dall’amorevole dedizione della compagna Eva Braun, rappresentata come donna superficiale e ingenua che scelse lo stesso destino dell’amato.

 

Le assaggiatrici erano ragazze tedesche “costrette” a pregustare il cibo destinato al Führer per evitare che fosse avvelenato (in realtà Hitler fu oggetto di oltre 40 attentati non solo legati a tentativi di avvelenamento), rischiando la propria vita ad ogni boccone, annusando ogni portata per cercare tracce di sostanze letali ed evitare così la sua morte a discapito della loro vita.

La prosa è semplice, senza orpelli, avvincente e la suspense mantiene sempre alti livelli soprattutto nella seconda parte dove è difficile staccarsi dal racconto che presenta continue fasi cruciali e colpi di scena, toccando non solo la vita di Magda ma quella di Hitler stesso e dell’intera Germania nel periodo dal 1943 al 1945.

 

Unico appunto è la mancanza di un’analisi introspettiva più profonda dell’animo della protagonista e delle sue compagne di fronte alla morte incombente ad ogni pasto e un finale improbabile anche se abbastanza catartico sia per il lettore che per il personaggio principale.

Il libro lascia però, come tutti i libri di questo genere, tante domande e spunti di riflessione, uno fra tutti l’atteggiamento del popolo tedesco nei confronti dell’ascesa del nazionalsocialismo e delle sue estreme conseguenze: “ Com’era possibile che in Germania tutti fingessero di non vedere? …Come potevano non sapere quello che stava succedendo, e se lo sapevano, perché non avevano detto nulla? Perché nessuno aveva espresso il proprio orrore e la propria indignazione?”. Questa è solo una delle tante domande che il libro ci costringe a manifestare insieme a molte altre, domande che ancora facciamo e che finora non hanno ottenuto chiare risposte. E forse, non ne otterranno mai.

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