ALBA FATALE, di Walter Van Tilburg Clark (Minimum Fax)
Nel 1885, in un piccolo villaggio del Nevada, tre uomini vengono ingiustamente accusati di furto di bestiame e omicidio. Dopo un processo sommario, vengono condannati a morte e linciati da una folla inferocita.
I tragici eventi che scaturiranno dalla spietata caccia all’uomo, segneranno per sempre il corso delle vite di coloro che vi hanno partecipato.
Fra questi, Art Croft e Gil Carter, due mandriani di passaggio nel villaggio che ben conoscono, per esservi più volte fermati alla fine dei lunghi periodi di transumanza. Seguendo i loro passi, le loro perplessità e i loro tormenti interiori, verremo messi al corrente di una tremenda verità.
Una storia di frontiera che “attinge per struttura, dialoghi e tempi narrativi direttamente alla tragedia greca”.
Una spietata riflessione sulla giustizia, sul rispetto delle regole, sul senso del vivere comune. Una parabola sull’esercizio della violenza, ancora più inaccettabile e odiosa quando il braccio armato che offende, punisce e reprime, è quello della Legge.
“Per comprendere l’importanza di ‘Alba fatale’ nel canone della letteratura western, è sufficiente leggere «Ratto», una novella di Stephen King inclusa nella sua raccolta ‘Se scorre il sangue’. Il protagonista, uno scrittore terrorizzato dal fallimento, riesce finalmente a scrivere il romanzo che ha sempre sognato, ambientato in una cittadina di frontiera nell’Ottocento. E il suo vecchio professore di scrittura creativa commenta così il risultato raggiunto: «Trovo che sia molto buono. Non all’altezza di ‘Alba fatale’, forse…».
Da questo libro, l’omonimo film del 1948 con Henry Fonda.
Walter Van Tilburg Clark
“Alba fatale”
Minimum Fax.
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