ALZATI E CORRI, DIRETTORA, di Silvia Volpi
Protagonista di questo giallo “sui generis” pieno di brio, è Elsa Guidi, la Direttora della Piazza, un quotidiano che ha la sua sede sul Lungarno di Pisa, di fronte alla chiesa di S. Maria della Spina.
Elsa è una donna raffinata e affascinante, con la passione del tacco dieci che ticchetta nei corridoi del giornale, ha una pronunciata personalità e un carattere di ferro che le permette di guidare con rigore la sua squadra. Elsa può a volte sembrare spietata verso i suoi collaboratori, ma lo fa per stimolarli a dare il meglio ai lettori della Piazza, e a farlo nei tempi rapidi della redazione, sbaragliando così la concorrenza. Le sue giornate sono piene, tra lavoro e famiglia, con due figli adolescenti che le danno del filo da torcere ma che, nonostante gli impegni, lei non trascura mai.
Elsa ha la passione per la corsa, a cui di solito si dedica la mattina presto prima di andare al giornale; grazie alle dritte dell’amica trainer sugli allenamenti e sulle scarpe più adatte, correndo si tiene in forma, ma ha anche l’occasione di riflettere su casi complessi o questioni personali e di far così maturare le idee.
La suspense inizia quando una mattina un elettricista precipita dalla terrazza di un appartamento di un noto ingegnere di Pisa nel bel mezzo di una piazzetta, a pochi metri da un bar dove i turisti consumano la propria colazione. Elsa chiede di seguire il caso a uno dei cronisti della Piazza, Tommaso Morotti, detto “il Moro”; il ragazzo è arrivato da poco al giornale, ha un buon fiuto, sa ascoltare e fare le domande giuste ed è capace di scrivere pezzi che fanno breccia nel cuore dei lettori. Anche se è agli inizi riscuote la stima di Elsa, che però lo pungola costantemente per ottenere da lui un pezzo che non si limiti a raccontare il fatto, ma che vada a scavare nella vita del morto, alla ricerca delle motivazioni che lo hanno spinto al suicidio. Ma è davvero un suicidio?
Le ricerche del Moro vanno avanti, sempre pronto con il suo blocchetto di appunti; la trama si fa ancor più misteriosa quando al giornale vengono recapitate delle buste anonime con delle foto, forse legate al suicidio e indirizzate proprio alla Direttora che sempre di più si appassiona al caso e, memore delle sue origini di nerista, si mette a seguirlo in prima persona con Tommaso. Il rapporto speciale tra i due di odio-amore, il loro fiuto e la loro perseveranza, porterà alla fine a ottenere i risultati migliori e a risolvere il caso in un modo inaspettato e sorprendente.
Nella parte finale del romanzo Elsa legge il pezzo scritto da Tommaso che è pieno di patos, proprio come Elsa lo voleva. E’qui che emerge l’aspetto emotivo e umano di Elsa che, durante la sua corsa mattutina, riflette sull’accaduto e poi scrive di proprio pugno un commento personale su questa vicenda così toccante, che forse pubblicherà il giorno dopo, o forse no. Perché l’importante per Elsa è avere offerto ai suoi affezionati lettori la notizia che si meritano: questo alla fine è il senso del suo lavoro.
Recensione di Lorella Palla
un libro scorrevole e molto piacevole. La lettura è avvincente e ti porta a girare la pagina successiva con avidità per conoscere il proseguo. La descrizione dei luoghi e dei personaggi è resa con precisione ma leggerezza e poi scopri una Pisa diversa dal solito. Buona lettura a tutti! Elsa e il Moro ti conquistano.