AMABILI RESTI, di Alice Sebold
Recensione 1
Recensione 2
Suzie, tredici anni, violentata e uccisa da un vicino di casa. Il suo corpo fatto a pezzi, rinchiuso in una vecchia cassaforte, fatto sparire in una discarica abbandonata. Di lei si ritroverà solo qualche povero resto: l’osso del gomito, un cappellino con i campanelli. Ma l’assassino non sembra in pericolo, non ci sono tracce, appena qualche sospetto; solo il padre della vittima sente che è stato lui però non può provarlo. Suzie (è lei che racconta) dal suo punto di osservazione privilegiato, guarda la famiglia, gli amici, l’assassino. Soffre per il dolore che tormenta e allontana i genitori e gioisce della vita che aiuta sua sorella a crescere e suo fratello a difendersi. E riesce anche a dare qualche “spintarella” alla vicenda, fino alla sua conclusione.
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Amabili resti è un libro tenero e commovente, mai tragico, proprio come se fosse scritto da una ragazzina a cui è stato rubato il futuro. La Sebold, con delicatezza e senza caricare i toni, rende bene le emozioni che provano i suoi personaggi.
Ho trovato molto consolatoria la semplice idea di fondo del racconto: chi amiamo ci sarà sempre, anche dopo la morte. Dentro di noi, parte di noi, certo senza il conforto del contatto ma senza le barriere che talvolta ci separano da chi ci è più vicino!
Un buon libro, che mi sembra meritare il successo avuto.
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