AMEN, di Giorgio Polo (Edizioni Effetto)
“Dedicato a tutti quelli che seminano buoni semi, non importa in quale campo” Giorgio Polo
Il libro è ambientato in un futuro remoto dove il welfare non esiste da tantissimo tempo, i fondi vengono tagliati, vengono privatizzate le scuole, la sanità e la cultura.
I poveri sono i reietti di una collettività dove i pochi ricchi si suddividono la torta dei benefit, favorendo i pochi eletti, finanziando eserciti e garantendosi ricche tangenti in un società in cui la violenza è concessa.
In un mondo così distopico si incontrano, sui banchi di scuola all’età di sette anni, quattro bambini destinati a instaurare tra loro un legame di amicizia indissolubile.
I quattro ” bersaglieri”, così si fanno chiamare, non potrebbero essere più diversi fra loro: Serenity è una bambina con molta fantasia e creatività; Fatima è una stacanovista, capisce subito cosa deve essere fatto e sa ottimizzare i tempi; Steve è la versione di Steve Jobs in miniatura, un genio dell’informatica, della tecnologia con la passione per i calcoli; E poi c’è lui, Gengys, il mio preferito, nonostante l’aspetto lo faccia sembrare un tipo da evitare (la madre famosa tatuatrice, ha tatuato ogni centimetro della pelle del figlio) ma, contrariamente all’aspetto, Gengys ha un animo dolce e altruista, ama la musica classica , insomma è un amico che tutti vorrebbero avere.
Tra un reality show, che ricorda ” hunger games” (chiamato “L’isola dei ‘nfamoni”), talk show con ospiti a sorpresa, fughe, lotte, passaggi segreti, virus informatici e un’inevitabile guerra, il lettore viene rapito dalla trama fino alla fine.
Amen è un romanzo come detto distopico, con una vena di ironia, che strappa più volte un sorriso al lettore, ma al tempo stesso fa riflettere su un mondo, per i fatti raccontati, molto simile al nostro, o al nostro possibile futuro.
Una lettura solo apparentemente leggera, che consiglio a tutti, soprattutto ai ragazzi.
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