“Amore tra i fili d’erba” l’emozionante testo poetico di Corrado di Pasquale, esordio nella Giornata mondiale della poesia
“Amore tra i fili d’erba” è un libro di Corrado di Pasquale, le cui pagine presentano un testo poetico, diviso in tre “sezioni”, ognuna di esse sembra rimarcare fasi di vita differenti, in un crescendo di emozioni, dove il lettore non farà fatica a rivedersi in una o più sensazioni, immagini, frasi evocative. Un testo dove l’autore, conosciuto anche col il nome di ‘Pellade’, si mette a nudo, accompagnando il lettore nelle diverse sfumature della propria esistenza.
Il testo parte con un emozionante introduzione pensata e scritta da Mariangela Di pasquale, figlia dell’autore. Con le sue sapienti parole, ella descrive tutto ciò che il lettore si troverà dinanzi durante l’esperienza emozionante della lettura. Le poesie di Pellade, spiega sua figlia, incarnano diverse fasi della sua vita, l’amore per la poesia, l’amore per Amelia ovvero l’unica donna significativa della sua vita, i sentimenti appassionanti per i propri figli, la malinconia per il nido familiare che anno dopo anno sembra svuotarsi sempre di più, fino ad arrivare all’amore per le cose belle, come il sole, il cielo, la natura, le api, e il calore di due mani che si intrecciano. Le figure presentate da questa emozionante introduzione spingono il lettore in un background significativo, lo stesso che prepara lo sguardo terzo a prendere visione di una vita emozionante carica di eventi.
La stessa bellezza troviamo nelle chiare ed entusiasmanti di prefazioni di Lisa di Giovanni e Marilù Trivellizzi.
Con il primo componimento “certezze”, l’autore pone la sua attenzione sulle difficoltà della vita, impersonificate dall’inverno. Le intemperie, il freddo, l’angoscia per i luoghi belli ormai deserti, presentano un luogo ormai arido, ma d’ un tratto, come spiega Pellade, “si tornerà a fare l’amore” tra i fili d’erba, da cui si riprende il titolo dell’intera opera. Il freddo invernale, lascia spazio al caldo di una primavera incombente, al verde rigoglio di una prateria dove schiena contro schiena fare l’amore, sembra essere la soluzione migliore.
Con “atteso”, si potrà essere i protagonisti di un tempo ormai passato, una serie di immagini e fotografie precise, di un mondo che sembra fermarsi e cristallizzarsi a quel tempo preciso e speciale, quando due anime si incontrano e si amano per la prima volta.
Nella “giara”, la protagonista del componimento va via, ma lascia un po’ del suo respiro all’interno di una giara. L’altro sopravvive, respirando quell’aria lasciata lì, come ancora di salvezza nei momenti difficili, ma poi anche lui va via, con un’unica certezza, che qualsiasi cosa accada, torneranno sempre indietro, cercandosi l’un l’altra in un mondo di incertezze e paure, dove l’unica cosa sacra sembra essere il loro amore.
Sullo stesso filone sentimentale, Pellade si chiede: “non è forse così amore, una tempesta?”, raccontando di come il sentimento intricato dell’amore racchiuda lampi, tuoni, intemperie, restando tuttavia la cosa più nobile del mondo, della stessa intensità per l’appunto, di una tempesta invernale.
Il linguaggio di Corrado di Pasquale è asciutto e chiaro, e con l’ausilio della sua empatia, permette a chiunque voglia avvicinarsi al suo testo di capirne appieno le prodezze e i lati in ombra. Qualità quindi, quelle, di un testo che incanta ed appassiona chiunque vi posi lo sguardo.
Recensione di Miriana Kuntz
Be the first to comment