Comincia piano, come una storia semplice, null’altro che un pedinamento nei confronti di una donna misteriosa per l’incallito detective Philip Marlowe. La trama però s’infittisce, compaiono ficcanaso, tirapiedi, poliziotti, portieri d’albergo, fors’anche un morto, che scompare nel nulla. Marlowe ci entra dentro a piè pari, stavolta aggiunge qualche goccia di miele al doppio Gibson di amaro cinismo, con disincanto e al contempo lucida capacità di osservazione nei riguardi di ogni minimo dettaglio, sempre con l’intransigenza di un suo codice morale che più che al denaro punta allo smascheramento di ogni menzogna.
Non sarà “Il lungo addio”, né “Il grande sonno”, ma anche l’ultimo Chandler va sopra la media del genere hard-boiled, con quella prosa secca e serrata, di cui talvolta abbiamo bisogno, per sentirci a bordo di una Oldsmobile in fuga lungo il viale del tramonto.
Di Riccardo Del Dotto
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