ANIMA MUNDI, di Susanna Tamaro
Molti lo hanno definito un romanzo pessimista, anticomunista e, a tratti, un guazzabuglio di stati d’animo con una spolverata di Sindrome di Asperger, la difficoltà nell’interazione sociale di cui l’autrice è affetta.
Tralasciando l’aspetto politico e la sindrome, il romanzo della Tamaro si presenta proprio così, una baraonda di stati d’animo, di facoltà morali che costituiscono il carattere e la personalità dell’uomo: animosità, rancore, sconfitta, vittoria, perdono, consapevolezza, condensati nella figura di Walter.
Lo stile è fluido e, tutto sommato, piacevole perché tratta di dualismo di temi universali: vita/morte, bene/male, rancore/comprensione.
Tali argomenti vengono trattati con furore giovanile toccando l’apice nella prematura scoperta, da parte del giovane protagonista, della precarietà della vita, dell’incoerenza degli adulti e della caducità delle cose.
Walter è, già dalla nascita, un essere molto sensibile e come tutte le persone estremamente sensibili bombardato dai mille perché, velati da un’aria di superiorità incline al masochismo e al sadismo, nonché da disprezzo rancoroso celato in un’apparente quiete.
Non c’è risposta certa che sveli il senso della vita, che chiarisca il mistero della morte.
Nessuna certezza! Buio.
Lungo il “cammin di nostra vita”, il protagonista, percorrerà selve oscure illuminate a tratti da flebili raggi di luce come le parole sferzanti del suo coetaneo Andrea con cui instaura un’amicizia assoluta e totalitaria, che lo domina e affascina.
E in quest’ondeggiare Walter scapperà come un fuggitivo dai confini del suo paesello per cercare di salire in cima alla piramide sociale sospinto dall’ambizione della sua provinciale intelligenza. Si renderà conto molto presto di essere diventato un giullare di quei personaggi simili ai protagonisti del film “La grande bellezza” in una città grandiosa sorvolata da avvoltoi e costellata da maschere.
Il crollo nel sottostrato piramidale è inevitabile.
Cosi, ulteriormente tradito e ferito dalla grandezza della città eterna, Roma, nella quale ha rischiato di scomparire, nell’infida considerazione delle sabbie mobili, Walter ritorna alla sua terra d’origine consapevole che solo lì può trovare il modo di sciogliere i nodi ingarbugliati della sua infelice fanciullezza, priva d’amore e di certezze.
Solo alla “base” egli può riconoscere il perdono, affondare il suo cuore nella compassione.
In una riappacificazione tanto dolorosa quanto silenziosa, egli riuscirà a spegnere il fuoco selvaggio e indomabile che lo ha travolto, riuscendo a dissetarsi di quell’acqua fresca e incontaminata che sgorga dalla fonte, svecchiando la sua mente da cliché e dalla incline generalizzazione.
E nel susseguirsi delle stagioni, nella più totale simbiosi con la natura, estranea ai moti dello spirito, Walter si renderà conto che soltanto l’anima è il centro più profondo dell’essere umano, il punto più misterioso perché nessuno può vederlo.
L’anima del mondo, quindi, rappresenta, così, il principio unificante da cui prendono forma i singoli organismi, nonostante la loro diversità, risultano legati da un’anima universale: Anima Mundi, appunto!
Tante domande, a volte ripetitive, personaggi estremi, infuocati dall’immaturità e/o travolti dal “mal di vivere”. Sebbene ciò invito alla lettura con animo quieto.
“La sensibilità eccessiva non è un lasciapassare, ma una trappola. Non te ne accorgi subito, nei primi anni tutti ti lodano per questo. È più tardi che diventa un problema. Lentamente, chi ti sta attorno si accorge che la sensibilità, invece di essere un dono, è una zavorra. Il mondo è fatto di volpi, iene e colpi di gomito. Tu sei un coniglio dal pelo morbido, non hai nessuna possibilità di andare avanti. Per questo, da un giorno all’altro, tutto cambia. Intorno a te c’è solo l’irritazione e fastidio per il tuo non essere come tutti gli altri. Da questa grande ecatombe di conigli, si salvano solo quelli che sanno fare qualcosa di eccezionale”.
Recensione di Patrizia Zara
ANIMA MUNDI Susanna Tamaro
Be the first to comment