ANNI LENTI, di Fernando Aramburo (Guanda)
Anni lenti di Aramburu, è una storia che si legge velocemente e che può indurre il lettore a sottovalutarne il contenuto, riducendo il romanzo ad una brutta copia, oppure ad un lavoro preparatorio per l’opera maggiore che è Patria, il romanzo più famoso dell’autore. Anni lenti, infatti, è stato scritto nel 2012 prima di Patria che sicuramente ha un altro respiro narrativo, un’altra profondità tematica e una più accurata descrizione dei personaggi che sembrano acquistare mano a mano che il romanzo procede una loro unicità. Quindi, chi si aspetta di trovare in Anni lenti un doppione di Patria, si sbaglia, sono storie diverse pur avendo il tema centrale in comune cioè gli anni bui della dittatura di Franco, la nascita e lo sviluppo dell’ETA per l’indipendenza dei Paesi Baschi.
Dal romanzo emerge comunque, chiaramente quanto siano stati drammatici gli anni 60 /70 per i baschi e più ampiamente per tutta la Spagna sotto la dittatura di Franco, è stato proprio in quel decennio che questa organizzazione terroristica cominciò la lotta armata alla quale segui la repressione durissima di Franco. In Patria sembra che l’autore voglia sottolineare la facilità con cui i giovani entravano nell’organizzazione qui invece sembra che l’intenzione sia quella di descrivere la vita della comunità basca, la povertà diffusa, le abitudini e i comportamenti delle persone in un racconto veloce. Interessante è lo stratagemma narrativo a cui l’autore ricorre: a raccontare è Txiki, un ragazzino che, ormai adulto, riporta all’autore, lo stesso Arambaru, la fotografia di parte della sua infanzia trascorsa a San Sebastian nei primi anni sessanta in casa degli zii e gli affida i suoi ricordi di quel periodo, il suo sguardo di bambino, fa da tramite, conduce l’autore ed il lettore a quegli anni terribili di dittatura e ribellione, retate della polizia, cospirazioni; racconta il clima che ha portato al terrorismo e come facilmente il protagonista Julen, giovane e sempliciotto, sia caduto nella trappola dell’odio e dell’intolleranza lasciandosi coinvolgere nella lotta separatista, che gli porterà solo sofferenza e pena.
Il bambino, che nella storia ci lascia i suoi ricordi, ci dimostra la fatica di crescere in un ambiente così difficile senza lasciarsi sopraffare. I personaggi sono descritti velocemente ma in maniera sicura, ciascuno lascia intendere chiaramente il suo personale approccio alla vita e alle difficoltà (tema ricorrente per l’autore), in qualcuno prevale la rassegnazione e il fatalismo, altri affrontano la vita con veemenza e rabbia, altri ancora con una buone dose di filosofia, non lasciandosi coinvolgere più di tanto.
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