ANNI VERDI, di Archibald Joseph Cronin (Bompiani – febbraio 2022)
Anni verdi è il classico bel romanzo di denuncia sociale, pubblicato nel 1946 in Inghilterra e che ha riscosso un gran successo anche nella versione cinematografica. Si tratta sicuramente di un libro che, secondo le abitudini dell’autore, vuole essere una denuncia sociale ma non solo, Cronin si sofferma a descrivere anche l’incertezza e le crisi adolescenziali, la mancanza di punti di riferimento nei periodi di passaggio tra un’ età della vita e l’altra quando gli individui vivono in periodo di fragilità emotiva e temono l’ inadeguatezza nei propri mezzi.
E’ scritto con la tecnica del flashback, ossia la storia rivive attraverso i ricordi del piccolo Robert che un giorno, rimasto orfano, è stato costretto a lasciare la cattolica Irlanda per trasferirsi in Scozia presso la famiglia materna, si troverà così catapultato in ambiente del tutto estraneo e dovrà imparare in fretta una nuova vita, sarà costretto a crescere in fretta per sopravvivere ai suoi coetanei che lo accolgono con ostilità e cattiveria, alle scarpe rotte, alla fame, alla povertà . Troverà conforto e solidarietà nel bisnonno, un tipo bizzarro, generoso, anticonformista e vivace, che sostenuto da una gran voglia di vivere e di divertirsi sfiderà la vita fino in fondo a dispetto dell’età e degli acciacchi ma che gli starà sempre, a modo suo, vicino.
Cronin denuncia, in un romanzo comunque veloce da leggere e meno drammatico di altre sue opere, la disuguaglianza sociali e le scarse opportunità offerta dal sistema ai ragazzi più poveri e alle famiglie disagiate, denuncia la mancanza di un piano di sostegno per la diffusione del diritto allo studio. Sottolinea come la società non consente uguali opportunità tra i bambini e i giovani per l’accesso alla cultura, per cui, ottime capacità intellettive, curiosità, forza di volontà, desiderio di apprendere non sono condizioni sufficienti per accedere ai gradi più alti dell’ istruzione a meno che la famiglia non goda di una buona condizione economica. Il piccolo Robert, nella casa dei nonni, che pure lo accolgono con affetto, deve imparare a gestire la solitudine in una comunità presbiteriana chiusa e conformista che mal sopporta i cattolici e che guarda a lui come un estraneo dagli abiti inusuali, un accento particolare, abitudini diverse e soprattutto espressione di una religione diversa. Sarà quindi costretto a ricorrere a tutte le sue energie, al suo coraggio per non rassegnarsi alla sua condizione, senza smettere di lottare per realizzare i suoi sogni. Molti sono gli spunti di riflessione e i temi sociali affrontati, hanno comunque ancora oggi una diffusa modernità.
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