ARRIVEDERCI PICCOLE DONNE, di Marcela Serrano
Il riferimento al celeberrimo romanzo della Alcott è presente già nel titolo, e nei diversi capitoli, ciascuno dedicato ad una delle sorelle March. Ma da qui a dire che si tratta del remake di Piccole Donne, come recita la quarta di copertina, ce ne passa, oltre a sminuire questo intenso e originale romanzo!
Siamo in Cile, dove nella prima metà del Settecento, con la nascita di un “figlio del peccato”, partorito da una nobile donna riparata in un convento ma attribuito alla cugina povera, ha inizio la dinastia dei Martinez, che deve le sue fortune ad una grande segheria costruita nel sud del Paese, attorno alla quale con il tempo è sorto un paese.
Gli eventi narrati nel romanzo riguardano la quarta generazione dei Martinez, costituita da 4 cugine (e un cugino che però è tale per effetto di una adozione). Agli inizi del 2000, dopo che le ricchezze della famiglia sono ormai un lontano ricordo, devono tornare al Pueblo, che è stato il centro di gravità di tutta la loro infanzia e adolescenza, per il funerale dell’anziana governante della grande casa di famiglia. La reunion diventa pretesto per raccontare quanto ciascuna delle cugine, cresciute in realtà come fossero sorelle, sia legata al Pueblo, quanto ciò che lì vi è accaduto in passato, rievocato in una atmosfera quasi fiabesca anche quando si tratta di eventi tragici, abbia forgiato i loro destini, quanto la loro storia privata sia stata condizionata dagli eventi della Storia pubblica del Cile – un diverso 11 settembre e una sanguinosa dittatura ( che però restano solo sullo sfondo).
Così in ogni capitolo, intitolato alla sorella March più somigliante, ogni cugina si svela e si racconta, confessando ciò che le altre hanno solo intuito, rivelando tutte l’importanza che il loro legame ha avuto nel loro divenire di donne.
Se le sorelle March sono state eternamente congelate nella loro adolescenza, le cugine Martinez, in una sorta di staffetta, portano il testimone dentro l’età adulta, che deve inevitabilmente fare i conti con i sogni infranti della giovinezza e con il principio di realtà.
(Ah, Natura, perché di tanto inganni i figli tuoi?)
L’intreccio non è semplicissimo da seguire, soprattutto perché ogni cugina racconta eventi riguardanti periodi di tempo diversi. Inoltre spesso ciò che una cugina accenna nel capitolo a lei dedicato, viene spiegato meglio dalla cugina che prende la parola dopo di lei.
È comunque una lettura interessante, alla fine della quale si avverte con nostalgia quel senso della
“cuginanza” che non è mai così forte come nell’infanzia.
Recensione di Maria Teresa Petrone
ARRIVEDERCI PICCOLE DONNE Marcela Serrano
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