ASPETTANDO GODOT, di Samuel Beckett (Einaudi)
Strada di campagna, vicino a un albero. Due uomini, miseri, affamati, stranianti, Vladimiro ed Estragone, dicono di aspettare tale Godot, di cui nulla sappiamo. Parlano di cose apparentemente senza senso, sembrano talvolta dimenticarsi di aspettare Godot, sembra non abbiamo cognizione del tempo. Compaiono ad un certo punto due strani individui, Pozzo, arrogante e prepotente, il quale tiene legato con una corda al collo, come fosse un cane, il povero Lucky, una via di mezzo tra il facchino e il servo.
Ho sempre voluto leggere questo libro ma mi faceva desistere l’idea di leggere un testo teatrale. Ringrazio quindi il film “grazie ragazzi” di Riccardo Milani per avermi definitivamente convinto a leggerlo.
Chi è Godot? Dio, che molti uomini non incontrano mai? La morte, che qualcuno sembra passare la vita ad attendere? La felicità, che spesso attendiamo fiduciosi?
Chi sono Vladimiro ed Estragone? noi tutti, che consumiamo l’esistenza in attesa di qualcosa che chissà se arriverà? e Pozzo e Lucky? cosa rappresentano? la prevaricazione di un uomo su un altro, di una classe sociale su un’altra? e Lucky? c’è un senso nel suo lungo monologo?
Non ho trovato molte risposte a queste domande, né immagino che Beckett volesse fornircele nel suo “teatro dell’assurdo”, leggetelo anche voi, magari ne troverete.
Recensione di Nadia Carella
ASPETTANDO GODOT Samuel Beckett
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