BAMBINI NEL TEMPO, di Ian Mc Ewan (Einaudi)
Recensione 1
I centri commerciali si somigliano tutti. Ma ogni centro commerciale è speciale a modo suo. L’essenziale è invisibile agli occhi, ma il superfluo si vede benissimo.
Recensione di Marcello ferrara Corbari
Recensione 2
Ricordo, in un programma televisivo, Philippe Daverio descrivere Botticelli come un valido artigiano, aduso ad inserire appositamente nelle sue opere quegli elementi che andavano incontro al gusto del pubblico nel periodo in cui visse e lavorò. La stessa arte credo l’abbia ereditata Mc Ewan in Bambini nel tempo.
Nel libro -confesso- inaspettatamente scorrevole, compaiono alcuni temi di sicuro gradimento per i lettori: l’ambientazione in un mondo alto borghese in cui ci si dà del tu tra scrittori di successo ed esponenti del “bel mondo” governativo; un tocco di critica accennata verso qualche discutibile legge che regola situazioni generalmente a margine degli interventi legislativi (accattonaggio); lo spunto iniziale di una bambina scomparsa, probabilmente rapita, in un supermercato con la conseguente crisi del rapporto tra i genitori; qualche personaggio eccentrico e danaroso ma opportunamente tormentato.
Elementi di una letteratura brillante, anche se affrontati senza troppo approfondirli.
Quello che ha di positivo la scarsa propensione ad entrare nel nucleo degli argomenti è che la lettura, privata del “fastidio” della eccessiva riflessione, rimane leggera pur gratificando il lettore che, trovandosi al cospetto di temi impegnativi ed accogliendo con gratitudine e sollievo lo scampato pericolo di doverli sviscerare, può sentirsi arricchito a buon mercato.
La parte conclusiva del libro devia da questa traiettoria introducendo una serie di eventi che non anticipo ma che appaiono quasi grotteschi per la loro inverosimile successione, fino ad una conclusione che vuole ricollegarsi all’inizio.
Credo che, considerata l’epoca di pubblicazione del libro (fine anni ’80, 1987 per la precisione) la presenza di certi spunti e temi narrativi oggi ampiamente riconosciuti costituisse una novità ed anzi fosse in qualche modo accompagnatoria della nascita di una sensibilità che è elemento caratteristico della società attuale.
Onore al merito dell’autore che ha saputo intercettare questa nascita, rendendola allegoricamente nel testo.
Recensione di Oscar Trezza
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