
BENITO, PRESENTE! – Paolo Ruffini (Baldini + Castoldi – febbraio 2025)

Un professore di storia antifascista fino al midollo, estremamente rigido e autoritario nel portare avanti le sue ideologie, in seguito all’ennesimo e grave alterno con la famiglia di uno studente viene trasferito come maestro in una scuola elementare di Predappio dove non tarda a farsi riconoscere. In seguito alla casuale colluttazione con un collega compie un viaggio temporale e si trova magicamente catapultato nella stessa scuola e con lo stesso ruolo ma nel 1890; proprio qui, tra gli alunni, c’è un piccolo bulletto indisciplinato, Benito Mussolini…
Un’opera di fantasia, un po’ favola e un po’ romanzo di formazione, molto interessante, ricca di riferimenti culturali e di momenti di riflessione e di interrogativi, in primis sulla natura umana: si diventa cattivi o si nasce così? E se anche uno nasce cattivo si può correggere, si può cambiare? E cosa fare, conoscendo il futuro? Cambiare o sopprimere?
Paolo Ruffini con grande sensibilità realizza a mio avviso un lavoro molto profondo, un romanzo dalle tante sfaccettature, di quelli che fuori di retorica ci porta a farci delle domande e a interrogarci sui sentimenti più forti che ci animano, dagli ideali all’essenza stessa dell’amore, un romanzo come ho detto di fantasia ma che colpisce al di là del contesto storico per la sua concretezza e che sconvolge perché non offre risposte ma dubbi, non si mette in cattedra a insegnarci un sistema ma stimola il lettore a mettersi nei panni del protagonista e a chiedersi cosa farebbe e cosa avrebbe potuto fare e a mettersi in discussione persino sui nostri ideali più profondi e radicati.
Recensione di Enrico Spinelli
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