BUONGIORNO TRISTEZZA, di Françoise Sagan
Ripubblicato nel 2009 Bonjour tristesse è un romanzo rivoluzionario e allo stesso tempo conservatore.
Longanesi ha fatto ri-tradurre Bonjour tristesse di Françoise Sagan (1935-2004), che ha venduto decine di milioni di copie nel mondo quanti sono i decenni dalla sua uscita, avvenuta nel 1954, quando la Francia era stata appena cacciata dall’Indocina e s’accendeva la resistenza algerina. In Italia Bonjour tristesse fu subito tradotto per scelta di Leo Longanesi, perché il romanzo sintetizzava che a un’adolescente, specie se senza madre come la protagonista, serve un padre, non un amico in più, come già si suggeriva; e che la libertà sessuale, se offre gioie a pochi, accentua la solitudine di molti. Bonjour tristesse prefigurava già lo spirito del ’68. E i suoi limiti. Aveva comunque molto da dire anche in Italia, dove si voleva, in quel 1954, la restituzione di Trieste, ma dove «triestina», nel senso di ragazza emancipata, faceva rima con sgualdrina.
Oggi il libro è un classico, non il simbolo di una generazione che cerca conforti. Infatti il ceto medio prende il peggio della borghesia, che è estinta. Bonjour tristesse, invece, presupponeva una borghesia, e una buona borghesia. E poi – purtroppo – fu un romanzo maledetto: impose la Sagan, la fece ricca, ma non la fece felice e, quando divenne un film, il malessere del personaggio si riversò sull’interprete. Alter ego della Sagan, Cécile – nel Bonjour tristesse per lo schermo di Otto Preminger (1958) – fu Jean Seberg. Pasquale Squitieri la ricorda per aver girato con lei Camorra: «Veniva diffamata come simpatizzante per le Pantere nere e ciò contribuì al suo suicidio. Ma era una grande professionista, bella come un angelo».
Che cosa resta oggi di Bonjour tristesse? Per Anna Maria Ferrero e Jean Sorel, coppia italo-francese formatasi a Roma quando Parigi era Bardot e Sagan, Sagan e Bardot, «di Bonjour tristesse resta il senso di libertà».
E chi era la sua autrice? Françoise Sagan, pseudonimo di Françoise Quoirez (Cajarc, 21 giugno 1935 – Honfleur, 24 settembre 2004), è stata una scrittrice, drammaturga e sceneggiatrice francese. Finita la seconda guerra mondiale, i francesi volevano dimenticare. In questa situazione, negli anni cinquanta apparve un nuovo movimento letterario che cercava la rinascita del romanzo di impianto tradizionale, gli “ussari”, come reazione alla letteratura impegnata (in particolare con il nouveau roman e l’opera di Sartre).
Guidato da Roger Nimier il movimento si richiamava a Stendhal e si segnalava per il cinismo, l’indifferenza affettata, l’inclinazione all’erotismo. In questo movimento letterario ritroviamo Françoise Sagan, che legò il suo nome al successo ottenuto nel 1954 da Bonjour tristesse (Buongiorno tristezza), pubblicato quando aveva appena diciannove anni e divenuto ben presto un caso letterario. François Mauriac, Premio Nobel per la letteratura, disse: « Le talent de la terrible fille n’est pas discutable » (il talento della ragazzina è indisscutibile).
Il libro venne messo all’indice dal Vaticano, cosa che ne fece aumentare vertiginosamente le vendite. Ricevette anche il Premio della Critica, assegnato da una giuria composta da insigni esponenti della letteratura francese. Françoise Sagan divenne il simbolo della ragazza libera che rappresentava la gioventù francese del dopoguerra (la macchina, i blue jeans, il bello, il whisky). Personaggio tormentato della cultura francese, attratta dal mondo del cinema, amante ante-litteram delle auto da corsa e della velocità e del gioco, con una vita proiettata sempre sopra le righe. Il personaggio di Cécile incarna lo stile di vita di Françoise Sagan.
In Bonjour tristesse, Cécile passa le vacanze estive in Costa Azzurra, dopo essere stata bocciata. I primi giorni, vissuti all’insegna della spensieratezza in compagnia del padre giovanile e della sua attuale amante Elsa, bella ma ingenua, vengono interrotti dall’arrivo di Anne, un’amica della madre di Cécile, morta anni prima. Il padre ne è attratto a tal punto che in pochi giorni decide di sposarla, a costo di abbandonare uno stile di vita lussurioso e libero. La simpatia che Cécile prova per Anne non le impedisce di vederla come una rivale, come una minaccia per la propria libertà e così mette in scena un gioco sottile per dividere i due nuovi amanti. Un piano perfetto, ma con esiti inaspettati e ben più tragici del previsto.
La forza del libro sta nel proclamare il trionfo di nuovi stili di vita, seguendo una forma narrativa apparentemente classica, che ricalca il racconto psicologico, ridotto a un numero limitato di personaggi, di azioni, in un arco spazio-temporale ristretto. Riprendendo la trama del romanzo psicologico, la Sagan s’inserisce in una tradizione letteraria ben solida che risale alla Pricipessa di Clèves di Madame de La Fayette (1678). Allo stesso tempo il successo del libro fanno di Sagan un’icona dellla libertà e della sfrontatezza.
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