CAINO, di Jose’ Saramago
Recensione 1
Certo, di scrittori rivoluzionari ne è pieno il mondo; di scrittori irriverenti e ironici anche; di scrittori che hanno provato a riscrivere i grandi miti o i racconti biblici ce ne sono stati e sicuramente ce ne saranno.
Ma Saramago secondo me va oltre! E lo fa con questo suo ultimo romanzo del 2009.
Josè eleva Caino e mette in discussione Dio, con un’ironia e una sagacia uniche.
Caino è la vittima e Dio il carnefice.
Caino è il giudice di un Dio ingiusto e cattivo, un Dio insicuro che chiede continue conferme.
Un Dio reso umano e peccatore, tanto quanto l’umanità da lui creata a sua immagine e somiglianza.
Saramago ci offre una storia alternativa ad una delle vicende più conosciute, controverse e importanti dell’Antico Testamento.
E lo fa scegliendo il protagonista “cattivo” della storia originale e ce lo presenta né migliore né peggiore rispetto a tutti gli altri, ce lo propone semplicemente “uomo“ con le sue passioni, le sue domande, la sua ricerca di verità.
Il Caino di Saramago non sarà solo spettatore delle disgrazie degli uomini, ma sarà soprattutto colui che vedrà l’operato di Dio, viaggiando in una sorta di “mulo del tempo”, un Dio folle, perverso, malvagio, ingiusto, vendicativo e rancoroso.
Saramago capovolge l’ottica tradizionale che vuole Caino personificazione del male, e ne fa un uomo che vuole liberarsi e liberare l’uomo da un Dio ingiusto.
Una rivisitazione geniale, allegorica, che mostra l’uomo fragile e il Dio malvagio e non onnipotente, il tutto reso con un’ironia e un sarcasmo sublimi.
E allora non ci stupiremo di leggere che Dio si riconosce colpevole, tanto quanto Caino, della morte di Abele;
che Lucifero si ribellò a Dio perché “conosceva a fondo la natura maligna del soggetto”;
che Dio ordina ad Abramo di uccidere suo figlio perché non si fida delle persone ma pretende che le persone si fidino di lui;
che Dio è misterioso, fonte solo di paura costante invece di “essere trasparente e limpido come un cristallo”;
che Dio non sente, è sordo alle suppliche dei poveri infelici e sventurati che gli chiedono soccorso, ai quali lui invece volta le spalle;
che Dio e Satana sono legati da una tacita complicità…
Saramago non bacchetta però solo Dio…anche l’uomo ha le sue colpe nel momento in cui non dà il giusto valore alla Vita che Dio o chi per lui, gli ha donato.
Saramago non punta il dito solo verso una fede cieca che non si pone domande…Josè ci invita a riflettere, a ricercare la nostra verità, a usare la nostra coscienza per un bene più grande, la Vita, nostra e dell’umanità tutta.
“Che io sappia, noi non ci siamo mai domandati se meritassimo o meno la vita, disse Caino. Se lo aveste pensato, forse non vi trovereste nell’imminenza di scomparire dalla faccia della Terra”.
Buona lettura!
recensione di Cristina Costa
Recensione 2
Premetto che adoro Saramago. Tutti i suoi libri letti mi hanno affascinato e attivato riflessioni e analisi profonde.
Caino e’il suo ultimo libro, scritto un anno prima di morire. E’un libro molto forte in cui l’autore narra degli episodi del vecchio testamento in modo molto sarcastico e pungente.
Saramago è un ateo dichiarato e ovviamente la descrizione di Dio fatta nel libro e’quella di un essere vendicativo, incomprensibile e capace di punizioni e richieste terrificanti come quella fatta ad Abramo di uccidere il figlio Isacco.
Un Dio che scaccia Adamo ed Eva dall’eden solo perché infrangono la proibizione di non mangiare il frutto della conoscenza, della consapevolezza. Insomma tutto il libro è incentrato su questo. Anche il finale, io l’ho letto come un’ennesima dimostrazione di disinteresse di Dio nei confronti dell’essere umano.
Un Dio che stermina punendo i peccati ma che consente che gli stessi avvengano. Una tematica importante, impegnativa e per niente semplice.
Un libro maturo che arriva a conclusione della sua carriera di scrittore. Un libro che mi è piaciuto molto non certo per “la ridicolizzazione” di alcuni episodi biblici ma per l’ottica in cui pone il lettore.
Penso che l’autore abbia voluto richiamare l’attenzione sulla necessità di porsi delle domande, di mettere in discussione una fede, una religione che troppo spesso viene abbracciata perché così deve essere.
Ci spinge ad un esame consapevole che va oltre “il fatterello” letto e recepito passivamente nonostante le apparenti contraddizioni. È un libro che, come gli altri scritti da lui, fa ragionare e sicuramente non lascia l’animo indifferente.
Recensione di Rosanna Pescatore
Recensione 3
Di questo autore ho letto anche Cecità, un racconto inquietante, angosciante che dimostra la completa disistima nell’umanità intera, e anche in Caino non si smentisce.
Sicuramente la sua vita travagliata e problematica che accompagna l’autore fin dall’infanzia ha influenzato tutto il suo pensiero: un concentrato di pessimismo totale nell’uomo.
Caino potrebbe sicuramente risultare blasfemo per un credente, ma l’autore si professa ateo mettendo in ridicolo chi crede parodiando ironicamente il libro dei libri, la Bibbia.
Ha scelto come protagonista il peggior personaggio biblico, Caino, il primo fratricida e assassino della storia dell’umanità. Lo fa vagabondare, senza tempo, in tutti gli episodi biblici più salienti del vecchio testamento, facendolo poi risultare in fondo, in fondo, il migliore, addirittura più equo dello stesso creatore che risulta ingiusto e vendicativo.
Non ci sono singoli individui per Saramago e anche in Caino i personaggi vengono per gioco forza chiamati con i loro nomi, ma sempre scritti con la lettera minuscola, e non solo per colpa della sua strana punteggiatura, ma per rimarcarne la nullità.
Per l’autore esistono solo tante virgole e pochi, pochissimi punti; nessun punto interrogativo nelle domande, nessun punto esclamativo, e tanto meno la punteggiatura corretta del discorso diretto che devi ricercare da solo rileggendo il tutto …no, non mi piace la sua punteggiatura, ma essendo vincitore di un premio letterario dobbiamo accettare …
Qual è il fine di questa narrazione ? Ė sempre lo stesso, graffiare le coscienze, scandalizzare chi legge, mettendo in risalto che in fondo l’uomo, come umanità non ha niente di nobile e buono… veniamo tutti da Caino.
Come credente non ho molto gradito, ma ascolto sempre chi afferma il contrario, se non altro per rafforzare o completare la mia opinione .
Recensione di Ely Grassi
Titolo presente anche nella nostra Rassegna mensile di Agosto 2019
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