CANTO DELLA PIANURA, di Kent Haruf (NNE)
Non sapevo cosa aspettarmi da questa lettura. Ne avevo sentito meraviglie e di solito quando un libro è così osannato, nell’ultimo periodo almeno, ho paura a cominciarlo, preferisco un po’ immaginarlo al caldo, sperare che in qualche modo le speranze non vengano disilluse, finché la curiosità è tale che non posso più aspettare e i tempi divengono maturi.
Haruf è tanto che mi aspetta. Ed è stato un incontro bellissimo. Uno sbirciarsi da parte a parte di una sala da ballo, e poi mentre la serata trascorre trovare un pretesto per ballare insieme. Holt ha tanti occhi e conosce tante storie. Tom e Ella in crisi matrimoniale, i loro figli Bobby e Ike, ragazzini solitari che vivono nella natura, Victoria, adolescente incinta e abbandonata da tutti e poi i due fratelli McPheron, i giganti buoni. La solitudine è un filo conduttore di tutti i personaggi, solitudine di pensieri a volte, come Tom, solitudine fisica negli altri casi ma che si attacca addosso come una coperta bagnata.
La prosa è un incanto, semplice e sinuosa scivola nell’anima e la acquieta come un balsamo. La storia è un respiro lento e per questo diventa subito parte integrante dell’io lettore. Ed è questo respiro il canto della pianura che sento nelle pagine che avanzano, le note lunghe, le pause, il riaccendersi del suono come la vita che scorre.
Recensione di Luciana Galluccio
CANTO DELLA PIANURA Kent Haruf
Libro bellissimo, consiglio di leggere Haruf in lingua originale. Haruf e Auster a mio avviso sono i migliori autori da leggere in inglese per chi stesse praticando.