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CARA ROSE GOLD, di Stephanie Wrobel (Fazi)
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“Quello della Supermamma è l’unico ruolo che io sappia interpretare. Senza, non sono nessuno.”
Patty è cresciuta in una famiglia violenta e disfunzionale, senza amore; è cresciuta affamata d’amore e riconoscimenti e per ottenerli ha costruito la sua vita sulla menzogna, manipolando le persone a cominciare da sua figlia, Rose Gold: per anni ha finto che la bambina fosse malata, avvelenandola di nascosto, ottenendo così l’aiuto, l’ammirazione, il denaro, della piccola comunità dell’Illinois in cui vive. Per anni è stata la Supermamma che non si stancava di peregrinare da uno specialista all’altro, da un ospedale all’altro, che cercava e proponeva cure, che ipotizzava cause e rimedi.
Poi Patty è finita sotto processo, e la figlia, ormai diciassettenne, ha testimoniato contro di lei; tutto il paese ha testimoniato contro di lei, furioso per la fiducia tradita.
Dopo cinque anni la donna esce dal carcere, e sua figlia è lì ad aspettarla, la vuole con sé a casa, sembra averla perdonata. Sembra. Perché la figlia di una bugiarda manipolatrice, se non soccombe, fa tesoro delle esperienze vissute, e diventa una manipolatrice ancor più abile della madre. Patty è decisa a riprendere il controllo della vita di chiunque le giri intorno, a partire da Rose Gold.
Rose Gold è decisa a vendicarsi per un’infanzia abusata e distrutta.
Un noir claustrofobico e angosciante, in cui la tensione è costante e non cala fino all’ultima pagina.
Recensione di Azzurra Carletti
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