CATTEDRALE, di Raymond Carver
… “C’era questo cieco, un vecchio amico di mia moglie, che doveva arrivare per passare la notte da noi. Gli era appena morta la moglie. E così era andato a trovare i parenti di lei in Connecticut. Aveva chiamato mia moglie da casa loro. Avevano preso accordi. Sarebbe arrivato in treno, un viaggio di cinque ore, e mia moglie sarebbe andata a prenderlo alla stazione.”
In quattro righe c’è quattro volte la parola moglie. Cattedrale di Raymond Carver è dedicato a sua moglie, Tess Gallagher, che l’ha riscattato da una vita di infelicità, di botte prese e date, di alcolismo e di parcheggi abusivi nei quali scriveva appoggiandosi al volante. E Carver ha un potere sollecitato da sua moglie, l’unica che riuscì a lavorare senza Gordon Lish, il fantasma nero di Carver, il suo editor e non solo, l’unica che riuscì a leggere e correggere Cattedrale in treno.
Cattedrale è un racconto su Cristo, su come un cieco insegna ad un vedente ad essere cieco, posandogli la mano su un foglio e facendogli disegnare una cattedrale. E’ il racconto tra i racconti di Carver, un uomo buono, poi no, poi si, poi no, un uomo povero, poi si, poi no. Con i primi soldi andò subito in un concessionario Mercedes, chiese la macchina che costava di più, voleva fare un viaggio subito: era uscito in pantofole. La sua fame di riscatto era passata anche dalle sue pantofole.
Carver non aveva mai avuto nulla dalla vita se non Tess Gallagher e la pesca. L’ultimo giorno della sua vita, era malato di tumore, lo aveva passato a casa, guardando il filmino del suo matrimonio sul divano con Tess, e c’era questa scena del brindisi, lui era in fondo, quasi nascosto e ad un certo punto Tess chiese di fare un brindisi al loro amore, lui si fece avanti tra gli invitati, goffo e timido, e chiese cosa dovesse fare.
Doveva alzare un calice, questo era semplice, ma Tess gli chiese un bacio e lui per la prima volta la baciò davanti a tutte quelle persone, ai loro amici. La mattina dopo Carver morì. Questo è il suo grande addio alla letteratura ed a tutti noi. Stiamo crescendo, cambiando forma davanti a paura e debolezze, siamo lì, dritti, ad onorare l’anima della nostra cattedrale.
Recensione di Alessandro Musco
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