C’ERA UNA VOLTA LA DDR Anna Funder 

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C’ERA UNA VOLTA LA DDR, di Anna Funder

« La verità di una tirannia la si può scoprire solo ascoltando le vittime e gli oppositori che hanno visto il regime per quello che era”.

 

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Saggio sulla DDR e sugli informatori al servizio dello stato che svolgevano un capillare lavoro di monitoraggio delle attività, anche le più intime, dei cittadini.

Dalle interviste e ricerche dell’autrice si evince quanto l’autoritarismo poliziesco sia stato tentacolare e abbia pervaso tutte le relazioni fra i cittadini.

La Funder, nel libro pubblicato nel 2004 e con postfazione del 2019, rende perfettamente la realtà sociale come vissuta dai cittadini ed esprime compiutamente la forza dura e annichilente del controllo sociale e gli effetti a lungo termine.
Questo libro si compone di interviste a perseguitati del regime e a funzionari persecutori rendendoci l’immagine di ciò che è stato e di ciò in cui molti hanno voluto credere e mantenere vivo rievocando con romantica nostalgia l’esperienza del socialismo di stato.

 

 

L’aspetto che più mi ha colpito è quello relativo alla disamina dei comportamenti di coloro che non volevano gli venissero aperti gli occhi su ciò che avrebbero potuto vedere ma non videro.

L’esame che l’autrice compie sul periodo di voluta amnesia pubblica dopo la caduta del muro di Berlino, anche trascorsi 30 anni, induce a profonda riflessione sulla incapacità di rielaborazione che ha portato alla impossibilità per il paese di celebrare come eroi gli oppositori della Germania Orientale e a dimenticare troppo spesso le singole vittime cui ancora oggi viene negato il diritto all’ascolto.

Dalle pagine, scritte con buona tecnica narrativa, emerge la difficoltà per la Germania del ventesimo secolo di prendere atto di questa seconda ondata di persecuzioni sulla sua terra, stato di oppressione successivo al nazismo ma realizzato con la medesima modalità di rigoroso annientamento.

 

 

Ci si chiede perché gli eroi, gli oppositori ed i perseguitati, vengono offuscati nel tempo sino a cadere nell’oblio? La risposta è che i persecutori e gli ignavi non vogliono essere mostrati negando così l’affermazione dei diritti a coloro che si videro privati di libertà.

Al contrario di molti, moltissimi cittadini messi a tacere con il carcere, distrutti psicologicamente e spogliati di ogni dignità , i funzionari della Stasi hanno ottenuto le pensioni e sono sfuggiti dalle proprie responsabilità riuscendo a tenere il passato sotto controllo.

 

 

Il socialismo della DDR è stato un’esperienza peculiare in quanto il perfezionismo tedesco ha prodotto un totalitarismo cui non c’era modo di sottrarsi e che provocava la devastazione mentale anche senza dover ricorrere a prigione o esilio,; era la pratica dello Zersetzung che significa decomposizione, degrado.

Gli esseri umani venivano frantumati al servito della grande idea di realizzare il vero stato socialista e dopo, caduto il muro, si é lasciata morire la possibilità di fare giustizia edulcorando il reale a danno delle vittime.

Recensione di Marilena Ratto

 

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