CERTE FORTUNE, di Andrea Vitali
Da bere a grandi sorsi.
Oltre 400 pagine fresche, spassose, divertenti, tragicomiche in una Bellano degli anni ’30.
Il protagonista? Un toro da monta dal nome Benito, nato senza corna e guercio, che compensa egregiamente queste mancanze con un fervore impareggiabile nello svolgimento del suo “lavoro” e 101, più o meno, bizzarri soggetti che gli girano attorno.
Mi piacciono i libri di Vitali, mi fanno trascorrere ore spensierate e divertenti dove la trama, di solito inconsistente, serve da apripista per mettere in luce bizzarri personaggi di un paesino del nord, facendoli uscire, almeno una volta, da un noioso anonimato.
E quando i personaggi si mettono in moto, ognuno con i propri limiti e debolezze, nascono scene paradossali e di una comicità inverosimile.
Fortunatamente sono tenuti a bada dal Maresciallo Maccadò, uomo del sud e precisamente della terra dei due mari (Calabria), destreggiandosi fra gli eventi con santa pazienza.
E proprio in questa meravigliosa terra bagnata dai due mari ho divorato le pagine di “Certe Fortune” in due pomeriggi sotto una fronde fitta e verdissima, accanto a una fontana di acqua fresca del Parco della Biodiversità Mediterranea (Catanzaro prov. Calabria)
In quest’occasione mi sono sentita vicina a Maristella, moglie del maresciallo Ernesto Maccadò, comprendendo la sua nostalgia per la sua terra con il sole e il mare. Di contro ho provato simpatia per i personaggi dal dialetto incomprensibile che si aggirano nel lago piatto di Bellano. Pettegolezzi, riscatti, situazioni al limite dell’inverosimile.
Insomma da leggere con agilità capitolo dopo capitolo, tant’è da diventare, inconsapevolmente, il 102mo personaggio del libro
E sì, perché la storia ti prende e ti fa ridere assai.
Recensione di Patrizia Zara
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