CHE RAZZA DI LIBRO! Jason Mott

CHE RAZZA DI LIBRO! Jason Mott (NN Editore – maggio 2022)

 

Brillante, sarcastico, spiritoso, drammatico, uno dei romanzi più originali che abbia letto negli ultimi anni. Uno scrittore trentottenne, uomo affascinante e incidentalmente nero, gira in tour per gli States per promuovere il suo straordinario libro, accompagnato da curiosi personaggi, reali e immaginari. Tra questi spicca Nerofumo, un ragazzino dalla pelle incredibilmente nera che possiede il dono dell’invisibilità, e che si rende visibile solo allo scrittore.

Incidentalmente neri, incidentalmente impegnati in questo giro promozionale, incidentalmente destinati a scontrarsi con il tema che rappresenta il cuore del romanzo: la questione afroamericana e l’abuso dei poteri di polizia, argomento relativamente noto in Italia per le notizie di cronaca che giungono da oltreoceano ma poco condiviso (noi abbiamo altre dinamiche sociali… per ora.)

Che razza di libro! è un libro che affronta una questione capitale drammaticissima con una delle doti più rare, irritanti, umanamente belle che possiate trovare in uno scrittore: la levità, parola straordinaria così difficile da incontrare nella sua vera accezione. Levità è quella cosa per la quale puoi dire che ti dispiace che nel mondo accadano certi fatti, senza cadere nel pietismo. La caratteristica grazie a cui puoi scrivere che i tuoi trascorsi e i tuoi traumi ti hanno devastato psicologicamente, che hanno devastato un intero popolo, senza che da questo scaturiscano rabbia e frustrazione. Commuove senza farti scappare, fa prendere coscienza, ti fa fare un lungo sospiro dal quale non sai se nascerà una risata o un pianto (tanto non si capisce mai).

Jason Mott utilizza tutto questo con maestria, come fosse il modo di essere che gli appartiene realmente e non solo quello del personaggio… una metascrittura parecchio ammaliante e magnetica se proprio lo devo dire, da lettrice. Sembra un uomo di grande immaginazione e uno dei 5 o 6 sul pianeta che possono permettersi di scrivere “ciao, bambola” e risultare credibili, se mi avete capita.

È stato quindi con curiosità crescente che sono andata a googlarmi le sue foto al termine della lettura, come faccio per ogni autore/autrice sia chiaro, ma con un pizzico di malizia questa volta. E infatti la mia immaginazione (sicuramente meno potente ma a suo modo efficace) mi aveva comunicato un’informazione corretta: Mott ha una adorabile faccia da schiaffi, ed è pure belloccio😉

Recensione di Nicoletta Tamanini

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