CHI È IL VERO LETTORE?
Non sempre chi legge tanto ha un grande senso della vita, un’apertura mentale, la consapevolezza degli altri. A volte, se non spesso, il/la lettore/trice si sente un eletto/a, egoisticamente protetto/a da quella lettura che dovrebbe azzerare le differenze, le diversità, perdonare gli errori altrui, sorridere a ogni aspetto della vita.
Il lettore spesso crea un muro di indifferenza, arroganza e protervia, uno scudo di parole e di bella conoscenza analitica e matematica: leggo,conosco, sono un eletto/a!
Non è cosi. Mi spiace.
La nicchia di falsi intellettuali che si avvolgono in copertine, in numero di pagine, in un frastuono di parole e storie, senza andare oltre la dimensione del proprio sapere, che invece di ammorbidire ispessiscono la corteccia cerebrale, sono soltanto prigionieri del proprio “ego”
Lettori pronti a bacchettare, punire, inorridire per una virgola, un errore, un opinione diversa.
Il vero lettore è colui o colei che riesce a superare la soglia dell’intellettualismo fine a se stesso; è colui o colei che riesce a trascinare nel dialogo costruttivo chi ha un pensare diverso, un ceto diverso.
Il vero lettore è colui o colei che riesce a coinvolgere senza avvolgere, evitando numeri chiusi, sette, segmenti, ma eleggendo voci, suoni, aprendo mondi infiniti.
Il vero lettore è colui o colei che riesce a far amare quel mondo di libri che raccontano tante storie, dolci o amare, quotidiane o eroiche che di intellettuale non hanno nulla, ma sono storie che dal nulla creano capolavori.
Di Patrizia Zara
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