CHIAMERÒ LA POLIZIA, di Irvin Yalom
Uno scritto breve, un racconto importante.
Yalom ed un suo compagno di Università si incontrano in occasione del cinquantesimo anniversario di laurea, sono passati molti anni ma basta un baluginare di sguardi e, come un fiume in piena, sono sommersi dai ricordi.
Non si tratta dei ricordi disimpegnati di due giovani medici, bensì di un dialogo che hanno rimandato per cinquant’anni.
Tanto c’è voluto perché fossero pronti ad affrontare il loro passato.
Yalom ed il suo compagno sono entrambi ebrei, hanno vissuto in modo assai diverso il periodo dell’Olocausto e non hanno mai trovato il coraggio di parlarne.
Bob non ha la forza di raccontare e Yalom, ci dice, non ha avuto il coraggio di ascoltare.
Mezzo secolo c’è voluto ed ora il passato erompe con forza, Bob ha bisogno d’aiuto, ha bisogno di condividere la sua pena e ha bisogno di trovare chi lo aiuti a capire il senso dei suoi giorni.
Yalom non perderà questa occasione.
Gli addetti ai lavori vi leggeranno un vivido racconto del meccanismo di rimozione, i comuni mortali verranno invece toccati dalle atrocità vissute da Bob e non potranno che restare incantati dal garbo e dall’abilità dello psichiatra.
(In appendice un’intervista al dott. Yalom sull’utilità della filosofia in campo psicologico e psichiatrico)
Recensione di Gabriella Calvi
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