CHIUDI GLI OCCHI NINA Paolo Mascheri

CHIUDI GLI OCCHI,NINA, di Paolo Mascheri (Edizioni Clichy – febbraio 2024)

 

 

«come possono due superstiti essere felici insieme?» (Paolo Mascheri, “Chiudi gli occhi, Nina”)

Ho letto il bel romanzo di Paolo Mascheri seguendo il filo che si dipana a partire da quella domanda che chiude il primo capitolo del libro, «come possono due superstiti essere felici insieme?», per scoprire, strada facendo, che Paolo aveva forse in testa un’altra domanda o che quella stessa domanda aveva una possibile altra formulazione: «come possono due superstiti salvarsi insieme?». Non per niente Paolo si riferisce ai protagonisti, Andrea e Nina, come a «custodi delle rovine, a coloro che “prestano servizio perenne, senza requie in un mausoleo chiuso al pubblico”. Non mi aspettavo una risposta…mai nella buona letteratura si danno risposte…e di risposte, infatti, non ne sono venute.

Ciò che ho letto è stato, invece, di un modo di affrontare il dolore che non so quanto sia salvifico, ma che di sicuro prova a restituire una possibilità di senso anche davanti ad una tragica mancanza che rimanda al vuoto col quale la vita ci costringe a confrontarci. Paolo disegna in modo efficace figure tese ad appropriarsi della propria dimensione fisica, a calarsi in una sorta di “carnalità” che è qualcosa di più dell’essere semplici corpi con i loro sentimenti o con le loro sensazioni, ma che è qualcosa di ‘oltre’ e ‘altro’. È carne viva, come quella scoperta dal fuoco che ferisce Andrea e che ha che fare con il partecipare a una dimensione, quella dell’esistenza, che si condivide con tutte le cose del mondo.

È qui, credo, da ricercare il senso della estrema precisione nelle descrizioni della natura e di tutto ciò che dà forma al mondo dei protagonisti alla quale Paolo riserva la dovuta attenzione. Sono descrizioni che si muovono a partire da qualcosa – sia quel qualcosa uno sguardo, un gesto, un colore o altro – che però sembra sempre mancare, come è il giusto e inevitabile mancare di qualsiasi risposta.

Di  Francesco De Matteis

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