
Ci ha lasciato a 89 anni Mario Vargas Llosa (Premio Nobel per la Letteratura), lo ricordiamo con uno dei suoi libri più belli: AVVENTURE DELLA RAGAZZA CATTIVA

Ci troviamo in un quartiere di Lima, a Miraflores negli anni ’50, durante l’adolescenza del protagonista: Ricardo Somocurcio . Il romanzo segue la sua tormentata storia d’amore con una misteriosa cilenita: Lily.
L’arrivo di Lucy e Lily, con la loro intraprendenza e il loro atteggiamento disinibito, sconvolge la routine della gioventù locale. Il loro fascino e la loro disponibilità le rendono molto attraenti per i ragazzi del quartiere, che si innamorano facilmente di loro. Lily si lascia corteggiare da Ricardito, si scambiano parecchie effusioni ma lo respinge come fidanzato. Quando viene scoperto che non sono vere cilenite ma ragazze di umili origini, che si fingevano appartenenti a un’élite straniera, vengono emarginate e allontanate dalla gioventù benestante di Miraflores.
Questo episodio segna il primo di una lunga serie di inganni e trasformazioni che caratterizzeranno il personaggio di Lily nel corso del romanzo.
In quegli anni Parigi era un centro nevralgico di fermento politico e intellettuale, era un crocevia di idee, dove studenti, militanti di sinistra e intellettuali si ritrovavano. Anche Ricardito, sempre affascinato da Parigi, si era trasferito lì, ma non aveva nessun interesse per la politica e il suo unico obiettivo era quello di trovare un lavoro come interprete e sfruttare la sua conoscenza delle lingue.
La narrazione si snoda attraverso diversi decenni e paesi—Parigi, Londra, Tokyo, Madrid—seguendo l’ossessione di Ricardo per questa donna enigmatica, che rivede a Parigi, lo seduce, lo abbandona e ricompare sempre sotto nuove spoglie.
Il protagonista riflette sul suo rapporto sbilanciato, in cui lui soffre e si aggrappa a un’illusione più che a una vera relazione. Il modo in cui elenca tutti i ruoli della”mala nina” nel tempo – la cilenita, la guerrigliera, la moglie del funzionario… mostra quanto lei sia sfuggente e mutevole,
ambiziosa e opportunista:
cambia identità, uomini e Paesi per cercare sempre una vita migliore, senza legarsi mai veramente a nessuno. Lui, invece, rimane sempre lo stesso:
innamorato e succube.
L’autore dipinge un quadro amaro della realtà peruviana di quegli anni, con la speranza di progresso che si trasforma in delusione.
Le lettere dello zio Ataúlfo a Ricardito lo informano sul declino del Perù sotto la dittatura militare.
Un tema centrale del romanzo è il senso di sradicamento e di identità sospesa che molti emigrati provano. Ricardito e il suo amico turco condividono una solitudine che nasce dal non sentirsi davvero a casa da nessuna parte. Non possono più tornare nei loro paesi d’origine senza sentirsi stranieri, ma allo stesso tempo non si sentono completamente parte della società francese.
Un’ultima riflessione sull’amore: pragmatica e cinica come Salomon e “la mala nina” o romantica come Ricardito?
Recensione di Francesca Armentano
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LA CITTÀ DEI CANI Mario Vargas Llosa
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