CIRCE, di Madeline Miller (Marsilio – gennaio 2021)
Recensione 1
Sin dalle prime pagine ho avuto un’indefinita sgradevole sensazione, simile a una sorta di demolizione, ricostruzione e incasellamento. Una certa pressione come percepire nelle parole una forzatura pari allo scardinamento abusivo di antichi e intoccabili cardini che segnano un’epoca, un mondo, una dimensione.
E lungo il percorso di lettura, tralasciando il narrato mitico, la sensazione si è fatta sempre più crescente.
Tanto da esclamare più di una volta: ma che grande americanata!
Il fascino ammaliante di Circe ridotto in poltiglia: un ragazzetta complessata e vendicativa, circondata da padre assente e madre egocentrica, sorelle gelose e pettegole, zii accecati dal lusso e dai vizi; una giovane donna lacerata dalla solitudine; una madre single alle prese con ragazzetto in cerca del padre e della sua libertà; una donna matura che vuole liberarsi dei sensi di colpa e lasciarsi andare…insomma se non ci fossero gli dèi, l’Olimpo, i titani, i mostri, il labirinto, Scilla e Cariddi, e la magia etc… un romanzetto ripetitivo e mediocre. I soliti clichè…
Circe, una complessa donna moderna – essere mortale ingerente- veste nuova mal cucita per rivestire un mito immortale, quest’ultimo nato esclusivamente per rimanere nello splendore originale della sua “nudità” divina, spoglio di analisi, psicoanalisi, conscio e inconscio.
Circe la maga ridotta a una paurosa donna incompresa, impacciata e sola. Ninfa caduta nel tranello dell’ovvio, aggiogata dall’autocommiserazione, dal lamento, vittima di se stessa. Due Palle!
Sarà quel che sarà ma, a parte il piacere di rispolverare i sempreverdi racconti mitologici, non rimane granché, anzi alla lunga la lettura diventa pesantissima e incomprensibile nella sostanza.
Cosa vi posso consigliare?
Leggetelo con accanto l’Odissea poiché il libro della Miller ha, a mio avviso, soltanto questo valido scopo.
Ciao, Ciao.
“Ricorda di fare affidamento sempre e solo su te stesso”
Recensione di Patrizia Zara
Questo libro è un viaggio nei miti che abbiamo studiato a scuola ,quelli che ci hanno appassionato e incuriosito… Arianna, Medea, il minotauro e tanti altri. E’ un racconto che li lega fra di loro, che ci fa immaginare il “dietro le quinte” o il seguito dopo “e vissero felici e contenti”. Tra tutti si erge Circe, la maga ,la dea minore ma soprattutto la donna.
Perché questo libro non è solo un affascinante viaggio mitologico ma è soprattutto la storia dell’evoluzione interiore di una donna.
Circe vive l’abbandono, la diversità ,la non accettazione, la violenza, la mancanza di amore, il bastare a se stessa, l’amore fugace, la maternità.
A parte qualche passaggio che personalmente ho trovato un po’ forzato la lettura è stata scorrevole e appassionante.
Molto interessante è la descrizione di Ulisse. Una versione abbastanza diversa dal famoso “fatti non foste per viver come bruti” di dantesca memoria, ma che personalmente mi trova molto concorde.
Se si riescono a cogliere delle simbologie e dei parallelismi, secondo me, presenti nel libro, si riesce a cogliere anche la modernità della tematica nonostante l’approccio sembri essere meramente fantasioso.
Recensione di Rossana Pescatore
CIRCE, di Madeline Miller
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