CLESSIDRA, di Dani Shapiro (Clichy Edizioni – 2018)
Non sapevo di cosa parlasse questo libro, l’ho scelto così…di pancia, d’istinto, forse attratta dal colore della copertina, forse pensando alla sensazione che mi dà guardare i granelli di una clessidra e, mea culpa, non conoscevo neanche l’autrice, ignoravo fosse già al suo quarto memoir.
Questo per dire che non mi aspettavo di trovare, tra le pagine, la sua vita e i suoi diciotto anni di matrimonio.
Ed è stato un bell’incontro, di quelli che ti fanno pensare, ti fanno fermare un attimo a guardare quello che hai intorno, quello che eri un tempo, quello che sei diventata, quello che hai lasciato alle spalle, e quello che non sarai mai.
Ecco, forse la riflessione più pesante da metabolizzare risiede proprio lì, nella consapevolezza di quello che non hai fatto, nella persona che sognavi di essere e che non sei diventata.
“Oh, ragazzina! Da qualche parte, dentro di te, il tuo futuro si è già dipanato come una stella filante, all’inizio lucente, sciolta, fluttuante con grazia per un breve istante, ora, alla fine della festa, calpestata. Quel futuro che tu riesci a immaginare è già qualcosa che appartiene al passato. Chi credevi di poter diventare? Non ti sarebbe mai stato possibile inventare te stessa. Siediti. Lascia che ti racconti cos’è successo. Puoi smettere di correre, adesso. Tu vivi nella donna che ti vede scomparire.”
Tu vivi nella donna che ti vede scomparire…
Questa è per me un’immagine fortissima, che oscilla tra una dolcezza malinconica e il dolore.
Mi capita spesso di immaginare un dialogo con la me stessa ragazza, quanto tutto era ancora in divenire, e vorrei raccontarle di lei, di quello che le succederà, dirle che lei vive in me e anche tutti i suoi sogni ancora da realizzare, vorrei tenerla per mano e guidarla, ma dove è lei io non ci sono ancora…
E quindi non mi resta che dirle: “lascia che tutto ti accada: bellezza e terrore”.
Ma la Shapiro tocca anche tanti altri temi: la maternità, la malattia, la paura di perdere un figlio, l’instabilità economica, il lutto, l’Alzheimer e la tacita infelicità di chi le vive accanto, che mette tutto in discussione.
Ma, alla fine, nonostante tutti i problemi, i dubbi, i momenti difficili, esiste solo una conclusione possibile, una sorta di autoassoluzione, ed è questa:
“Non c’è altra vita all’infuori di questa. Non saresti inciampata in questo presente assolutamente imperfetto, bellissimo, impossibile.”
Quindi, ragazzina, procedi pure, continua a camminare, corri se vuoi, mordi la vita e lascia che tutto ti accada, bellezza e terrore.
Recensione di Antonella Russi
CLESSIDRA Dani Shapiro
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