COME PRIMA DELLE MADRI, di Simona Vinci
Siamo alla vigilia della seconda guerra mondiale; Pietro è un dodicenne silenzioso e schivo, che da un giorno all’altro, inaspettatamente, viene allontanato dalla sua famiglia e mandato in collegio. Non ci resterà a lungo. Neanche il tempo di capire il perché di questo allontanamento che l’imminente guerra provocherà la chiusura del collegio e il rientro di Pietro nella casa familiare.
Però in quei pochi mesi qualcosa è cambiato; Irina, l’amica del cuore, la figlia della serva strana e sempre ammalata con cui è cresciuto e ha diviso giochi e segreti non c’è più. Gli dicono solo che è morta e che non la rivedrà; ma Pietro è cresciuto, non gli bastano più i silenzi e le evidenti bugie della mamma sempre chiusa nella sua stanza, che alterna freddezza e distacco a rari momenti di tenerezza, e quel padre inesistente e disinteressato.
Saranno proprio Irina e il suo ricordo a guidare Pietro nella scoperta della verità, fino ad un epilogo che francamente mi è sembrato un po’ fragile ma che non nuoce più di tanto ad un bel libro.
La Vinci è brava, ha una bella scrittura ed è capace di dosare emozione e racconto, non è mai troppo melodrammatica né meno che mai fredda. Sa parlare d’infanzia con il rispetto e la consapevolezza di quanto sia difficile farlo da adulti e non è una cosa scontata.
Una buona lettura.
Recensione di Elena Gerla
Commenta per primo