CON GLI OCCHI CHIUSI, di Federigo Tozzi (Mondadori)
Federico Tozzi nasce a Siena nel 1883, muore a Roma nel 1920.
Rivalutato dopo la sua morte occupa un posto notevole nella narrativa del Novecento. La figura del padre ispira alcuni personaggi, come quello di Domenico, genitore di Pietro, il protagonista del romanzo.
Romanzo autobiografico narra la vicenda di Pietro, dall’adolescenza fino a ventun anni, si ritrova il padre padrone, il podere con annessa trattoria, l’amore tossico con Ghisolfa, la figura del protagonista , un vero inetto. il romanzo consegnato alle stampe nel 1913 viene pubblicato nel 1919. Il romanzo quasi snobbato dalla critica fu apprezzato dal pubblico. Soltanto negli anni sessanta ebbe una critica e una diffusione nei grandi circuiti.
Pietro cerca di districarsi nella complessa trama dei rapporti umani, a volte incapace di prendere decisioni su come risolvere un caso umano. Appunto con gli occhi chiusi Pietro non vede cosa accade attorno a lui, il suo amore per Ghisolfa, ma gli occhi chiusi si possono interpretare come la capacità di lasciar perdere le cose esteriori, e Pietro vuole aprire gli occhi per cose più profonde, ma per fare ciò si deve liberare di Ghisolfa anche se la ama profondamente.
A questo punto mi devo fermare per non svelare il finale.
Personalmente ho trovato molte analogie con il romanzo di Italo Svevo, Senilità quando alla fine del romanzo il protagonista se ne esce con un urlo liberatorio composto da una sola parola.
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