COSMETICA DEL NEMICO, di Amélie Nothomb (Voland)
Quando si perdonano gli altri, significa che si è perdonato se stessi. E per farlo occorre che l’inconscio diventi conscio.
La sensazione che ne deriva è quella di una profonda libertà.
Anche se poi il destino pare seguire una legge cosmica (la cosmetica) universale che non lascia nulla al caso e la cui morale suprema non prevede che tutti si “salvino”.
C’è un segreto da portare alla luce, un mistero da svelare e tutto avviene in un arco di tempo ristretto nella sala d’attesa di un aeroporto.
L’attesa, dovuta a un ritardo nella partenza di un volo, diviene un tempo fermo, immobile, in cui la verità si svela attraverso un dialogo tra due sconosciuti, Jerome, in attesa del volo, e Textor, che s’impone con prepotenza con una conversazione sempre più assurda e magnetica, al contempo.
Textor si pone come “nemico “.
Rovescia certezze costruite dal razionale Jerome, insinua il dubbio e conduce alla verità che non è scontato che si riesca a sostenere.
“Io credo nel nemico. Credo nel nemico perché, tutti i giorni e tutte le notti, lo incontro sul mio cammino. Il nemico è quello che dall’interno distrugge tutto ciò che vale. E’ quello che ti mostra il disfacimento insito in ogni realtà. E’ quello che ti rivela la tua bassezza e quella dei tuoi amici . E’ quello che, in un giorno perfetto, troverà un’ottima ragione per torturati. E’ quello che ti ispirerà il disgusto di te stesso. E’ quello che, quando scorgi il viso celeste di una sconosciuta, ti rivelerà la morte contenuta in tanta bellezza.”.
Il romanzo si sviluppa in un dialogo serrato che ipnotizza il lettore, grazie alla scrittura spietatamente lucida della Nothomb, che attinge a citazioni filosofiche e retoriche, celandole, raffinatamente, producendo quella sensazione di leggerezza, che si ha quando dopo aver passato un lungo tempo in apnea, si ricomincia a respirare.
E questa leggerezza rende libero il lettore di decidere il suo grado di coinvolgimento nel porsi domande “fastidiose”.
Nel procedere del dialogo si ha, infatti, la netta sensazione che entrambi i personaggi abbiano ragione e torto, al contempo .
La Nothomb ci porta al di là degli opposti e ci propone una visione delle cose che può avere solo chi è sceso in profondità.
E ha capito che il nostro nemico più grande è quasi sempre un opposto che abbiamo negato e che ha taciuto per troppo tempo dentro di noi.
“E’ tipico del cervello umano concentrarsi sui dettagli per non affrontare l’essenziale”.
Recensione di Egle Spanò
COSMETICA DEL NEMICO Amélie Nothomb
Commenta per primo