CREPITIO DI STELLE Jón Kalman Stefánnson

CREPITIO DI STELLE, di Jón Kalman Stefánnson (Iperborea – ottobre 2020)

CREPITIO DI STELLE 
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Recensione 1

“Crepitio di stelle” di Jón Kalmar Stefánsson

“A volte in un libro si aprono passi inaspettati, (…), il cuore mi si stringe talmente forte che quasi mi fa male. Dentro un libro si apre una valle perduta, un’isola prima sconosciuta emerge dal mare; esploro la valle, sbarco sull’isola ma non trovo che tesori, o animale estinti”

“Crepitio di stelle” è il romanzo di esordio di Jón Kalman Stefánsson, il poeta/scrittore che viene dal Nord (Reykjavík- Islanda).
Leggerlo è come sbarcare su un’isola colma di ricordi, frammenti remoti che brillano come stelle tremule nel nero compatto di un cielo notturno il cui vento con il suo alito freddo squarcia la nebbia del passato: scrigno di piccoli tesori, talismani preziosi che annullano il tempo.
“Crepitio di stelle” non ha una trama strutturata non seguendo una logica spazio temporale, non può averla perché i ricordi non seguono una linea retta ma si frastagliano nella mente, nei sogni, nel pensiero soltanto se vengono evocati da un qualcosa che non è mutato, qualcosa che il tempo non è riuscito a logorare. E spuntano dall’oscurità, così, senza preavviso, come piccole schegge che emergono dallo smottamento dell’anima.
La memoria non è ciò che ricordiamo, ma ciò che ci ricorda.

Quindi non vi dirò nulla della trama poiché questa altro non è che il solo muro portante per sostenere la potenza della scrittura carismatica, evocativa e straordinariamente trascinante di Stefánsson che io adoro, se non si è ancora capito.
Un linguaggio delicato, di quotidiani silenzi, silenzi capaci di trainare il lettore verso i grandi temi esistenziali: il senso dell’esistenza, la vita, l’amore, il tempo che scorre inesorabilmente, lentamente nella sua silenziosa e invisibile presenza.
Un tempo che ha il potere di cambiare le cose senza farsene accorgere. Con sottile maestria muta luoghi, abitudini, volti, corpi…
Ed è solo il ricordo, la potenza della memoria dell’essere pensante che con il suo ripercorrere a ritroso ha il potere, in frazioni di istanti, di arrestare il suo controllato, egoistico cammino.
(“La memoria è un presente che non finisce mai di passare.”Octavio Paz)
“Crepitio di stelle” è un romanzo intrinseco di poesia, la poesia del quotidiano, dei piccoli gesti, la poesia delle persone comuni, le note del susseguirsi delle stagioni, del canto della natura tanto disinteressata quanto meravigliosa compagna di ogni esistenza.
In “Crepitio di stelle” ogni parola contiene il significante e il significato perché ogni frase è scritta con la dolcezza malinconica del ricordo che si annida in ognuno di noi
Ecco perché, in quel contorno di parole che scivolano come acque di un fiume dal letto roccioso, ogni lettore può trascrivere la propria “trama” e diventare il protagonista.

Se mi guardo allo specchio ritrovo alle mie spalle riflesso il volto di una bimba che parlava con le bambole, il volto ridente di mia sorella, bellissima, e ancora più dietro i volti dei miei genitori in un’intermittenza di pianto e riso, tacenti ma così intensamente manifesti, i volti più sfumati dei miei nonni seri e imboccanti: immagini infinite.
Ognuno di noi può specchiarsi in quel cielo -cielo che sia di Islanda o di un altro qualsiasi paese – e guardare brillare le stelle, e in ogni stella riconoscere il volto di chi ci ha preceduti, volti amati o di gente comune che si aggirava attorno alla nostra quotidiana esistenza ricreando un quadro dall’estimabile valore
Guardare le stelle e prendere coscienza che un giorno futuro dietro un giovane volto che si guarda allo specchio del tempo esserci tu.
Ci crediamo immortali nell’affannarci di esistere, ma l’unica immortalità potremmo averla soltanto se abbiamo seminato ricordi di vita vissuta e di ogni piccolo gesto abbiamo saputo cogliere il lato poetico: vivere seguendo le rime di un verso, dirottare il brutto nella direzione della musicalità dell’anima e nel ritmo del cuore.
Soltanto così potremmo far parte di quel “crepitio di stelle” che rende le tenebre una splendida notte stellata nel cuore di chi ci ha amato.

E l’esistenza cosi effimera come nuvole passeggere nei cieli, qualsiasi essi siano, potrà trovare una sua continuità nel tempo e nello spazio di generazione in generazione affinché non vada perduta la sublime poesia della vita, la struggente poesia della memoria che tutto addolcisce immunizzando contro quel canto stregato e illusorio di Sirene giacché sappiamo bene che non esiste alcun luogo fatato.
Esiste soltanto la certezza di ritornare a “casa” e, se ci si ritorna senza alcun rimpianto, con la fierezza eroica di avere comunque e quantunque vissuto portando con sé le vite sepolte, nulla può essere considerato perduto.

“La nostra memoria è un mondo più perfetto di quanto lo sia l’universo: essa restituisce la vita a coloro che non esistono più.”
Guy de Maupassant

Recensione di Patrizia Zara

Recensione 2

“Sei vite, centocinquant’anni e un marinaio dai capelli rossi; avrei avuto bisogno della lingua intera, per raccontare di loro come si deve. E presto non ci sarà niente a ricordarli, se non una conchiglia di strombo e un sasso che sembra un esserino. Un giorno, prima o poi, li riporterò tutti e due sulla Snæfellsnes e li lascerò al loro posto: il sasso sulla collina, la conchiglia in mare. Grazie per avermeli dati in prestito, dirò.”

Andava fatto così: dovevo parlarvi di questo libro iniziando da dove l’autore ha terminato. Perché queste poche, meravigliose righe finali, racchiudono le diverse anime del racconto.

Un romanzo di formazione (chi scrive è il pronipote, che intreccia le vicende dei bisnonni e dei loro quattro figli con la sua infanzia da orfano di madre). Ma anche una saga familiare, una storia piena d’amore e di forza, il ritratto di un uomo tanto libero da non trovare pace e di una donna che sa decidere.

E soprattutto ci fanno capire che siamo davanti ad una lunga, bellissima poesia in forma di prosa: ogni pagina da assaporare, leggere e rileggere, parole che riempiono occhi, testa e cuore.

Leggetelo pian piano, gustatelo, regalatevi questa bellezza semplice.

E guai a chi mi dice che non legge i nordici perché sono troppo freddi!!!

“Il cielo si fa scuro intorno a noi, è sera; s’illumina e poi diventa azzurro, è arrivato il giorno. Ma questo cielo, dimora di Dio e tetto sopra le nostre vite, non esiste da nessuna parte, se non nelle nostre teste. Il cielo è solo il termine con cui indichiamo una distanza incomprensibile – ed è lì che siamo diretti.”

Recensione di Elena Gerla

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L’isola dei tesori, dove gli animali sono preziosi

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