CRONACHE MARZIANE, di Ray Bradbury
Continua la mia ricerca fra le raccolte di racconti. Questa è speciale… siamo davvero su un altro pianeta per contenuti, struttura, idee.
Quest’estate mi sono circondata di autori grandi perché davvero volevo immergermi nel loro mondo e goderne appieno.
Queste cronache, scritte nel 1949, sono ambientate tra il 2030 e il 2036.
Il dato è inquietante per la sua attualità ed è sempre impressionante quando un autore riesce a viaggiare così avanti e immaginare così precisamente il futuro.
E’ vero o no che ultimamente ci si sta interrogando un po’ troppo insistentemente sulla possibilità di vita su Marte?
Ovviamente a turno tutti i padri della fantascienza ne hanno parlato e io ne so davvero ancora troppo poco per dire se questo libro sia o no il migliore.
Posso però affermare che ha guadagnato la vetta della mia classifica personale in fatto di raccolte di racconti. Ogni capitolo è un racconto a sé, ma il filo della storia è chiaro e alla fine, il racconto non dura troppo poco come spesso accade. La storia è eviscerata in ogni suo punto e col giusto numero di parole.
E’ una raccolta di fantascienza, ma è anche un’orrenda prova di quanto gli esseri umani riescano ad essere prepotentemente sgradevoli.
E’ anche la cronaca di una lunga violenza che si consuma a danno di chi nemmeno se ne accorge e si conclude con l’unica fine che merita.
A spese di chi? A discapito di cosa? L’autore ovviamente non ce lo dice, non giudica… racconta… e le sue parole sembrano quasi un monito, pur senza esserlo.
Tra questi capitoli si parla di Storia, di Politica, di Religione, il tutto buttato dentro al calderone della “Conquista” creando una mistura estremamente equilibrata. Non manca nulla… nulla è di troppo… tutto ha una sua collocazione.
Geniale, non ho altri aggettivi
Leggetela e rifletteteci sopra: mai come adesso ne abbiamo un gran bisogno.
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