Dal libro al film: ‘Colomba’ (1840) e la sua ‘Vendetta’ (1950)

Dal libro al film: ‘Colomba’ (1840) e la sua ‘Vendetta’ (1950) – Da Prosper Mèrimèe ad Howard Hughes.

‘La Vendicatrice’ ( titolo originale americano’ Vendetta’) fu una delle produzioni cinematografiche più ambiziose, travagliate e quasi fallimentari dell’ eccentrico tycoon- aviatore Howard Hughes.

Era la trasposizione in celluloide di ‘ Colomba ‘ una delle creazioni letterarie di cui P. Mèrimèe andava più orgoglioso e che gli portarono successo e gloria anche se l’ altra sua eroina l’irresistibile gitana Carmen ha finito per offuscare nel tempo l’ indomita Colomba.

È un peccato perché è un personaggio altrettanto originale e nonostante vi siano state diverse trasposizioni cinematografiche e televisive mi sembra un po’ troppo trascurata e dimenticata.

La novella fu pubblicata il primo di luglio del 1840 dalla ‘ Revue des Deux mondes’ e stampata in volume l’ anno successivo. La spinta creativa nasceva da un viaggio nell’ isola di Corsica dello scrittore che aveva avuto modo di conoscere anche la donna che aveva vissuto realmente una terribile vicenda di amore e vendetta che ispirò la sua lunga e appassionante novella( praticamente un romanzo breve con le sue quasi centotrenta pagine). Da sempre appassionato di storia e folklore Mèrimèe descriveva una Corsica atavica in cui l’ onore e la reputazione erano davanti a tutto e in cui le offese personali diventavano faide che coinvolgevano le famiglie, potevano diventare secolari e non dovevano risolversi in tribunale e con le leggi dei governi ma con la vendetta privata, onte che solo il sangue poteva estinguere.

Romantico o realista? Storico o romanziere? Bonapartista o liberale? Serio o ironico? Mèrimèe era un po’ tutto questo ma senza esserlo del tutto. Come scriveva M.Crouzet ( il più grande studioso contemporaneo di Stendhal e dell’ amico- collega Mèrimèe) si era creato da solo una immagine di ‘ dilettante della letteratura’ che si divertiva a comporre brevi schizzi in prosa ma che non corrispondeva pienamente al vero soprattutto per le sue opere più complesse e più riuscite. Fra cui ‘ Colomba ‘ che narra dell’ odio secolare fra due importanti famiglie ( i Della Robbia e i Barricini) arrivato ad un punto di non ritorno con l’ assassinio del capo della famiglia di Colomba e del fratello Orso di cui sono sospettati pesantemente i Barricini anche se scagionati con false testimonianze e cavilli giuridici. Colomba è giovane, bella e di temperamento bellicoso ed aspetta con impazienza il ritorno sull’ isola del fratello Orso, tenente veterano di Waterloo in congedo che non vede da più di dieci lunghi anni che è diventato molto più continentale e vuole risolvere la questione prima con l’ aiuto della legge e non ricorrendo subito alle antiche usanze isolane. Nel frattempo si è anche innamorato di una leggiadra fanciulla inglese Miss Lydia conosciuta durante il viaggio di ritorno in cui lei era in compagnia del padre Mr.Neville anche lui militare in pensione e che era colonnello a Waterloo, i due soldati avevano subito familiarizzato mentre la giovane all’ inizio era un po’ titubante di questa conoscenza fortuita ma presto conquistata dalle qualità umane del giovane che finirà per apparirgli quasi incarnazione dei suoi ideali cavallereschi. Il vero motore del compimento della vendetta però sarà Colomba che lo è solo di nome, di forte personalità ed anche dotata di facoltà medianiche che le regalano ancora più carisma. Nella vicenda sono coinvolti anche dei banditi corsi descritti non come volgari ladri e assassini ma come valorosi ribelli alle leggi importate dai Francesi che non riescono a comprendere il loro modo di intendere l’onore e la giustizia e li costringono a vivere alla macchia cosa che a loro in realtà non dispiace affatto.

Mèrimèe che era molto stimato dall’ amico -collega Stendhal che lo considerava:”il più grande: forse non quanto a cuore, ma di sicuro quanto a testa” conduce la vicenda con il suo stile asciutto e alla ricerca dell’essenziale ponte fra il romanticismo e il realismo, in cui non deve esserci una frase o una parola di più e in cui il giudizio su vicenda e personaggi è lasciato al lettore e non dispensato da un narratore onnisciente e onnipresente. Colomba incarna una sorta di moderna incarnazione di personaggi delle tragedie greche ma in questo caso a differenza della successiva Carmen la catarsi sarà meno fatale, la vicenda di amore e morte non deve riguardare tutti i protagonisti della vicenda e la giustizia può trionfare anche senza ecatombe finale e con un tono quasi lieve e idilliaco nel finale ambientato in Toscana anche se lo sparviero che è nascosto dentro la bella e gentile Colomba non è affatto scomparso…

Questa lunga novella fin dai tempi del muto suscitò l’interesse da parte dei cineasti però oggi risulta davvero difficile reperire anche solo notizie sulla maggioranza delle trasposizioni del passato. Nei quattro dizionari da me consultati ( Sadoul, Morandini, Mereghetti e Maltin) non ho reperito né una recensione ma neanche una semplice scheda informativa,un po’ meglio in internet in cui grazie soprattutto alla pagina inglese di Wikipedia ho saputo della travagliata lavorazione di ‘ Vendetta’ e grazie al canale YouTube di un appassionato britannico sono riuscito a vedere il film in lingua originale con l’ aiuto ( a volte traditore)dei sottotitoli in italiano generati da Google.

Il film uscì finalmente in sala nel 1950 ma la lavorazione era iniziata nel 1946. Il regista accreditato era Mel Ferrer (al tempo molto più conosciuto come attore)ma in realtà aveva girato ben poche scene del film e dietro la cinepresa si erano alternati una mezza dozzina di registi e un’ altra mezza dozzina erano stati gli sceneggiatori. Gli ideatori erano due cineasti di sicuro talento e personalità che presto vennero ai ferri corti con l’ invadente tycoon, M. Ophuls e P. Sturges.

Del lavoro di M. Ophuls sembra siano rimaste pochissime scene ma rimase talmente disgustato da Hughes che dopo essere stato protestato fu chiamato a finire un altro film (in cui sostituiva J Berry) che divenne ‘ Nella morsa ‘, forse il suo migliore film americano, il cui detestabile protagonista interpretato magnificamente da R.Ryan era praticamente un Hughes sotto mentite spoglie. Dopo poco tempo anche Preston Sturges che aveva scritto la sceneggiatura fu sostituto e il suo trattamento totalmente stravolto(fu rotta anche definitivamente la collaborazione fra questo bravo regista-sceneggiatore e il magnate che avevano progettato addirittura di fondare una casa di produzione). A questo punto fu chiamato un bravo regista senza troppe ambizioni di autore come Stuart Heisler che sembra abbia girato i due terzi del film ma poi anche lui fu sostituto prima dal montatore poi da Ferrer ma con molte scene girate da Hughes in persona e una lavorazione che si allungava sempre di più. Alla fine ci vollero quattro anni e quattro milioni di dollari del tempo cifra davvero notevole per un film senza star famose. Il film doveva essere un trampolino di lancio per Faith Domergue una delle tante attrici- fiamme di Hughes in questo caso non premiato dal successo e purtroppo neanche in seguito quando lei si staccò dall’ ingombrante magnate riuscì quanto avrebbe meritato ad affermarsi nonostante alcune altre belle interpretazioni (per me su tutte oltre questa in ‘ Vendetta ‘ , quelle di ‘ Una rosa bianca per Giulia’ e di ‘Cittadino dello spazio’).

I registi – sceneggiatori si erano presi parecchie libertà dal testo originale ma anche se molto più melodrammatico e con un finale diverso il film funzionava, Colomba era abbastanza vicina a quella immaginata da Mèrimèe anche se vi erano nella sua forte personalità accenni di amore quasi incestuoso verso il fratello Orso totalmente assenti nell’originale e che diedero qualche grattacapo con la censura del tempo.

La Corsica ricostruita in studio era efficace ( ci fu un intero set poi utilizzato in altri film e chiamato ‘ il villaggio corso’) e così anche le scene delle cerimonie funebri e di altri riti isolani, fondamentale anche il contributo della fotografia in b/n( qui si alternarono S. Planner e A.Giks) e della colonna sonora assemblata da R.Webb con ampio e ben orchestrato utilizzo di arie Pucciniane e addirittura di ‘ Torna a’ Surriento'( versione solo orchestrale).

Per me che preferisco gli adattamenti liberi dalle opere letterarie è stata una bella scoperta e consiglio il film a tutti gli appassionati degli adattamenti non calligrafici anche perché al di là dei problemi realizzativi sembra essere stato pensato secondo i dettami di una frase del protagonista della ‘ Camera azzurra’ uno degli ultimi racconti scritti dal buon Mèrimèe che chiedeva un po’ di collaborazione al lettore/ spettatore.

” Odio i particolari inutili, e , d’ altronde non mi credo affatto obbligato a riferire per filo e per segno al lettore tutto ciò che può facilmente immaginare…”

Di  Andrea Pinto

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