D’AMORE E DI RABBIA, di Giusy Sciacca (Neri Pozza – marzo 2023)
“Che madre sarebbe stata lei. Se lo era chiesto piú volte. Se lo domandava ogni volta che il ventre di una donna la turbava, perseguitandola quasi. Forse era anche per questo che nella disperazione aveva scelto di cimentarsi come maestra a Catania. Magari era solo un modo per redimersi, per perdonarsi e ritrovare negli occhi dei figli degli altri quelli che lei aveva messo al mondo”.
Il romanzo è ambientato in Sicilia e precisamente a Lentini, centro agricolo della provincia siracusana. Il periodo è il 1922 , l’anno che vedrà l’ascesa del ventennio fascista con tutte le sue tragiche conseguenze. Nella cittadina si sviluppa una accesa lotta di classe tra la nobiltà latifondista rappresentata dalla famiglia del Barone Beneventano della Corte e i braccianti. Sul confine di questi due mondi sta la protagonista, Amelia Di Stefano. Catanese di nobili origini, ha pagato duramente un errore commesso da giovane. Ripudiata dalla famiglia e dagli amici della Catania “bene”, si ritrova in esilio a Lentini, dove è sempre in bilico tra la relazione clandestina che la vincola a Francesco, primogenito del potente barone Beneventano della Corte, e il carisma ideologico di Mariano Fortunato, personalità di spicco del sindacalismo locale. Attorno a lei, il popolino, con Santina e la sua “putia” (bottega), Enza, capociurma di campagna dalla forte personalità, Tanino, l’amico artigiano, Ciccio lo sciancato.
Nel romanzo, compaiono anche personaggi storici realmente esistiti come Maria Giudice, la rivoluzionaria sindacalista che difese , con vigore, l’emancipazione femminile e i diritti dei lavoratori in un’epoca in cui alle donne veniva preclusa la possibilità di esprimersi ma che è ricordata solo come la madre di Goliarda Sapienza, scrittrice ed ex attrice del neorealismo italiano, oggi riconosciuta tra le maggiori autrici letterarie italiane del Novecento. Ritornando al romanzo, Amelia si è costruita una gabbia che seppur dorata è sempre una gabbia dalla quale vuole uscire. Le maldicenze e i giudizi possono ferire, demoralizzare, tarpare le ali anche al più coraggioso. I reietti , come lei, vengono isolati, squadrati da capo a piedi, ignorati e resi invisibili. Nessuno si preoccupa o ascolta le loro ragioni e le scelte fatte . Chiunque si sente autorizzato a parlare, ancora oggi, della vita altrui senza conoscerla, creando e ricreando “troppo” su esistenze che nemmeno conosciamo veramente ma soltanto “per sentito dire”.
La Sicilia narrata nel libro è quella arcaica con i suoi segreti da custodire gelosamente, le sue ingiustizie, l’opulenza dei palazzi principeschi e i dammusi umidi e maleodoranti. Composta anche da figli legittimi e dai “bastardi”, da mogli tradite e dalle “mantenute”. Tutte “donne in gabbia”, dalle quali ci vuole molto coraggio ad uscirne. Amelia è una donna forte che saprà prendere la giusta decisione quando se ne presenterà il momento. E , allora, nulla sarà come prima. Un bel romanzo dalla scrittura coinvolgente che consiglio vivamente
Recensione di Lidia Campanile
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