DANUBIO, di Claudio Magris
Raccontare questo libro è un’impresa, talmente ricco di informazioni, immagini, riferimenti, citazioni, riflessioni, paesaggi, ricordi, suggestioni, che non sai bene da che parte cominciare. E’ uno di quei libri che adoro, tipo scatole cinesi, libri che parlano di libri, che narrano storie.
Più che un viaggio è un breviario, da consultare più e più volte, di letteratura tedesca, austriaca, ungherese, slovacca, bulgara e rumena. Per chi volesse, da profano, accostarvisi, si armi di carta e penna per segnarsi centinaia di autori e testi che Magris cita, talvolta in modo approfondito, talvolta con brevi cenni.
Un viaggiare quello di Magris, dottissimo e ricercato. Il Danubio è un filo conduttore, un pretesto di 3000 km, per narrare Storia, Vita e Tempo che vedi srotolarsi lungo le sue sponde, per secoli, per chilometri. Viaggia a zig zag saltando da una riva all’altra, rimbalzando da una gasthaus tedesca ad un caffè viennese, da una pasticceria ungherese a villaggi di campagna rumeni. Alla ricerca di una civiltà danubiana, scopre che è proprio la pluralità il suo leitmotiv, il sostrato, l’amalgama, l’ondivago fluire delle acque finisce per rispecchiare quello dei confini.
Mitteleuropa certo, ma così maledettamente complicata, con visioni ed anime plurime, diversificate, che l’Impero Asburgico aveva tentato di riunire, in un delicato equilibrio di sovra e plurinazionale, senza che l’una dovesse sovrastare o dominare l’altra. Il grande fiume come un maestro taoista che impartisce lezioni sulle sue sponde, separa ed unisce, difende e connette, quasi emblematico fiume universale.
Ad ogni tappa- città eminenti o semplici villaggi- l’autore racconta storie, di guerra e d’amore, di antichità e di cronaca recente, visita musei, biblioteche locali, librerie antiquarie, alla ricerca di spunti, vaga per strade e piazze alla ricerca di targhe e monumenti, indulge nei cimiteri, perché le città dei morti suggeriscono spesso, molto più di quelle dei vivi, incredibili romanzi. Emergono qua e là notizie curiose, personaggi eccentrici, figure leggendarie, il tutto mescolato in questo vivace calderone che non cessa di ribollire, fondere, consumare.
Dalle sorgenti – vaghe e dispersive della Breg al delta- vago e dispersivo anch’esso- sul Mar Nero, con una coerenza impeccabile del multistrato e multiforme. Le sue guide non sono solo quelle in carne ed ossa, ma anche e soprattutto, da bibliofilo qual’è- trattati di cosmografia, idrografia, geografia, romanzi di scrittori locali, tragedie e drammi, guide di viaggiatori del secolo scorso, libretti d’opera, trattati sulla guerra, carte geografiche ottocentesche- libri patri e volumi fittissimi che mostrano tutta la sua passione e cultura germanista, e non solo.
Con un’abilità da funambolo letterario, abbina filosofi e musiche, chiacchiere e teorie militari, nazisti e poeti romantici rivoluzionari, marescialli e zingari, storiografi di tutte le epoche e ritagli di giornale. Con una lente di ingrandimento si avvicina e si allontana, riesce mirabilmente a districarsi fra lingue, culture, religioni assai differenti. Alla fine, scopre che il fiume – che poi così blu non è- sfocia in una squallida zona portuale.
Forse, sembra dirci, non conta tanto la meta, quanto ciò che hai incontrato lungo il cammino.
Recensione di Anna Caramagno
DANUBIO Claudio Magris
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