DAVID GOLDER Irène Némirovsky

DAVID GOLDER, di Irène Némirovsky

È la solitudine dell’arricchito la vera protagonista del primo romanzo della Némirovsky.

Némirovsky David Golder

David Golder è un ebreo fuggito alla Russia e divenuto ricco grazie alla sua abilità nel fare affari, al suo sacrificio e al suo cinismo. Ha una moglie e una figlia che vivono a Biarritz, in una splendida villa, sempre piena di ospiti, intente a spendere l’una per mantenere l’amante e l’immagine di una giovinezza ormai perduta, l’altra per seguire i suoi sogni di vita oltre il limite, come un’automobile lanciata in una folle corsa. Nessuna delle due lo ama, entrambe sono emblema di superficialità e di egoismo.

 

 

Quando David comincia a star male, la loro preoccupazione è solo quella di come poter continuare a mantenere il proprio dispendioso stile di vita se lui non lavorerà più. David comprende dolorosamente di non aver costruito nulla, visto che nulla gli sopravviverà (fratello in questo di Mastro-don Gesualdo o di Mazzarò) e cercherà il riscatto nell’ultima impresa, chiudendo un cerchio perfetto imbarcandosi nello stesso porto da cui era partito da ragazzo.

 

 

I temi della Némirovsky sono tutti presenti: il mondo degli ebrei russi espatriati, l’apparenza che nasconde il vuoto, una certa misoginia (soprattutto relativa alla figura della moglie) la compassione per una vita sprecata. Il tutto con lo stile raffinato di sempre e con descrizioni e riflessioni che toccano l’anima.

Recensione di Liria Cannata

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