DELITTO IMPUNITO Georges Simenon

DELITTO IMPUNITO, di Georges Simenon (Adelphi – giugno 2023)

Recensione 1
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Un autore, una garanzia.

Quando ti accosti ad uno romanzo di Simenon sai cosa aspettarti: una storia ben costruita, una trama mai banale ed una scrittura scorrevole e curata.

Grande narratore, grande conoscitore della vita e dell’animo umano, Simenon riesce sempre ad offrirci storie struggenti; l’attenzione rivolta a mille piccole cose, trascurabili solo in apparenza, la magistrale analisi psicologica dei personaggi riescono a coinvolgere il lettore fino a farlo sentire parte di quel mondo.

Elie, promettente studente di Matematica, originario di Vilnius, vive a pensione dalla Signora Lange grazie ad una borsa di studio. Di tutti i pensionanti è il più povero, vive fra mille ristrettezze e sacrifici: ha sempre lo stesso cappotto, può permettersi soltanto la camera più fredda della casa, a pranzo e a cena soltanto e sempre un uovo.

C’è anche Louise, sotto quel tetto, la figlia della padrona di casa.

La signora Lange, intenerita dalla misera esistenza di Elie, lo invita a trascorrere le giornate nel tepore della cucina, lui accetta con un po’ di ritrosia, ma è felice in quel suo angolino.

I vetri appannati, il fuoco che crepita nella stufa, i suoi libri sul tavolo: Elie studia e sogna.

Sogna di poter spendere la sua vita intera in quella casa dove, per la prima volta, si sente accolto e vive serenamente.

Si sente felice di quel poco che la sorte gli riserva, soprattutto quando Louise si siede vicino alla stufa.

Alle spalle il povero Elie ha una vita familiare complicata, una storia fatta di incomprensioni e poco affetto; nella casa della signora Lange sente di aver trovato un porto sicuro.

Proprio mentre sta accarezzando questi pensieri, improvvisa, una scampanellata lo riporta alla realtà.

Alla porta un giovane sconosciuto.

Si presenta, è Mikail Zograffi, sta cercando una stanza in affitto.

Il nuovo pensionante è il giovane rampollo di una famiglia facoltosa straniera, chiede la pensione completa e ciò – agli occhi della signora Lange – lo trasforma immediatamente in un pensionante di riguardo.

Michel, come ama farsi chiamare, spende senza attenzione e presto si rivela una persona senza scrupoli.

Che dire, a volte basta una scampanellata insolente a travolgere il destino di un povero ragazzo.

Non aggiungo altro, lo scoprirete leggendo.

Ritroveremo il povero Elie ormai in là con gli anni e Simenon ci sorprenderà con un finale davvero inaspettato.

Recensione di Gabriella Calvi
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Recensione 2
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Simenon è uno di quegli autori che non puoi non amare. Un grande scrittore con una produzione sterminata e, secondo me, questo è uno dei romanzi più intimi e riusciti, più “simenoniano” , diciamo così. La storia si apre in Belgio, a Liegi, (città natale di Simenon che però raramente si ritrova nei suoi romanzi), prima della seconda guerra mondiale. Elie, giovane ebreo polacco, studia all’università e vive presso la signora Lange, affittacamere. La vita di Elie è poverissima ma metodica e ordinata e si divide tra università e casa. Non esce, non si diverte, non potrebbe comunque permetterselo ma, a suo modo, è felice. Dalla signora Lange si trova meglio che a casa sua, in Polonia, si sente accudito e protetto. Quella casa è il suo piccolo mondo. Qui ognuno ha i suoi spazi, anche gli altri affittuari, Stan e Lola, sono in perfetta armonia. Elie rivolge anche un casto interesse alla figlia della padrona, Louise, l’altra ad abitare la casa.

La sera i cinque coinquilini si ritrovano a cenare insieme come una vera famiglia ma ognuno di loro provvede autonomamente ai cibi e alla cucina.

Un giorno questo equilibrio si rompe, arriva Mikhail Zograffi, ebreo romeno che non parla una parola di francese e si insedia nella camera libera. E’ ricco e chiede alla signora Lange un trattamento di pensione completa. Michel, come preferisce farsi chiamare, è brillante e di bell’aspetto e sembra poco preoccupato dei propri studi e se la spassa tra giovani donne e serate con gli amici.

Elie, costretto a fargli da interprete lo odia: il giovane romeno che inizialmente vorrebbe essergli amico, è ritenuto responsabile di aver compromesso l’equilibrio di quella casa, di aver contaminato per sempre l’accogliente rifugio del nostro protagonista.

Un giorno Elie si accorge che Michel è chiuso nella sua camera con Louise e si trova a spiare i due amanti dal buco della serratura. La cosa durerà a lungo ed Elie è persino convinto che Michel se ne sia accorto e lo faccia apporta per ferirlo.

A questo punto Elie decide di punire Michel e di ucciderlo…..

Mi fermo qui ma non siamo neanche a metà del libro che propone una seconda parte ambientata 27 anni dopo in Arizona dove ritroviamo il nostro Elie.

La storia è raccontata con ricchezza di dettagli, con ampie pause ed accelerazioni e un finale inaspettato e sensazionale. L’aspetto più importante e curato del racconto è la personalità Elie. Simenon del resto è maestro nell’analisi psicologica dei suoi personaggi. Sembra che gli apra la testa per mettere a nudo quello che c’è dentro e farcelo vedere da osservatori privilegiati. Notevoli anche i comprimari, le atmosfere, i luoghi.

Una lettura veloce (circa 150 pagine) e scorrevole ma anche intensa e profonda. Un vero piacere. Consigliato.

Recensione di Stefano Benucci

DELITTO IMPUNITO Georges Simenon

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