DENTI, di Domenico Starnone
“Denti” di Domenico Starnone, pubblicato per la prima volta da Feltrinelli nel 1994, è un lungo “viaggio a bocca aperta” all’esterno e all’interno di un uomo che, ossessionato fin dall’infanzia dalla particolare conformazione dei suoi denti attraversa, proprio a causa loro, un turbine di ricordi di occasioni mancate, di frequentazioni femminili, di figure importanti che hanno segnato in positivo o in negativo la sua esistenza.
L’uomo si sente molto solo, sempre inadeguato alle situazioni, perennemente un perdente che, nonostante la sua abnorme e grossa dentatura, non riesce a “mordere” le opportunità che potrebbero rappresentare una svolta costruttiva e per lui vantaggiosa, mostrando passività e rassegnazione, completamente incapace di porre in atto reazioni immediate o progetti futuri che possano essere vincenti.
Ossessionato dalle ombre del passato e da una folle e immaginifica gelosia, sempre più nevrotico, vaga da un dentista all’altro perché quei dentoni che sporgono dalla sua bocca non ci sono più, spezzati da un portacenere “scappato” dalle mani furibonde della sua amante. Separato dalla moglie, tacciato di essere un cattivo padre per i suoi figli, ritrova in ogni dentista che incontra “l’ostilità del mondo esterno” che lo circonda vivendo attraverso la loro figura professionale, quello stato di “minaccia e necessità” che essi rappresentano così bene.
Surreale e onirico, il libro si perde in un circolo vizioso di confuse conside razioni che alla lunga annoiano e che forse sarebbero meglio tradotte in una trasposizione cinematografica come è realmente avvenuto nel 2000 ad opera del regista Gabriele Salvatores e degli attori Sergio Rubini, Paolo Villaggio e Anita Caprioli
Recensione di Maeistella Copula
DENTI Domenico Starnone
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