DENTRO L’INVERNO, di Peter Geye
Nel Minnesota, il termometro rivela che quello in corso è il più freddo degli ultimi cent’anni e il vecchio Harry Eide è scomparso ormai da da una settimana: si è inoltrato nella boscaglia , facendo perdere le sue tracce presso una forra dal sinistro nome di Bocca del Diavolo. Che cosa ha spinto Harry Eide a lasciare la sicurezza della sua casa per cercare una morte certa nei boschi innevati? La sua compagna e il figlio di Harry cercano una risposta ripercorrendo la vita dell’uomo.
Dentro l’inverno è il terzo capitolo di una saga familiare che racconta un’America di confine, “estrema”, dalla quale emerge la storia della comunità svedese del Minnesota, che pare aver ricercato in America quell’inverno aspro e perenne che avrebbero dovuto lasciarsi alle spalle e che invece sembra ancora suggellare inconfessabili segreti dei quali vorrebbero, invece, liberarsi Harry e suo figlio, amanti delle avventure tra i boschi, romanticamente affezionati al mito dei portages, sentieri selvaggi che i viaggiatori antichi percorrevano portando sulle spalle le imbarcazioni; le immagini invernali, vivide, precise ed estremamente evocative fanno da sfondo alle diverse vicende che compongono l’affresco narrativo di questo interessante romanzo che rende omaggio alla maestosa e selvaggia natura Nordamericana e tesse una trama nella quale il bianco accecante della neve è in netto contrasto con il nero più scuro che si annida nelle anime degli abitanti di quella provincia così fuori mano.
Lettura interessante, ben tradotta: il libro, però, fa parte di una trilogia che al momento non risulta edita in Italia e entrare nella storia così non fa un buon servizio a un libro che, a causa della sua ambientazione particolare e dei numerosi personaggi, a prima vista appare più ostico di quello che è.
Recensione di Valentina Leoni
DENTRO L’INVERNO Peter Geye
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