DESTINATARIO SCONOSCIUTO Kressmann Taylor

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DESTINATARIO SCONOSCIUTO, di Kressmann Taylor

Sicuramente qualcuno di voi è andato al Teatro Niccolini di Firenze, sabato 16 e domenica 17 febbraio, alle ore 19:00. E avrà assistito a uno spettacolo di grande impatto per intensità, scelte stilistiche e presenza scenica. Si tratta di “Destinatario sconosciuto”, il romanzo di Kressmann Taylor adattato e diretto da Rosario Tedesco, in scena con Nicola Bortolotti e lo stesso Tedesco.

 

La storia “esalta il sottile gioco psicologico che spinge a un punto di non ritorno l’amicizia tra due uomini – spiega Rosario Tedesco – smascherandone alla luce della Storia, ipocrisie e meschinità. È una ‘partita a scacchi’ con il passo del thriller, che riserva come epilogo un sinistro scacco matto”. Tradimento e vendetta: un viaggio alle radici dell’odio, raccontato con lucida preveggenza.

DESTINATARIO SCONOSCIUTO Kressmann TaylorChi non ha avuto la fortuna di assistere allo spettacolo, può fare come me, entrare in una qualsiasi libreria e comprarsi il libro per una manciata di euro. Se il libro costa poco in danaro, allo stesso modo lo leggerete in un battibaleno, rimanendo senza fiato dall’inizio alla fine.

“Destinatario sconosciuto” di Katherine Kressmann Taylor, lo leggiamo nella traduzione di Ada Arduini, giunto ormai alla diciassettesima edizione, dopo la prima edizione Rizzoli nel 2000. Ma negli Stati Uniti fu pubblicato per la prima volta nel lontano 1938 dalla rivista Story di New York. Nel 1939 esce come libro vero e proprio e vende cinquantamila copie.

Successivamente, il libro fu ignorato per sessant’anni fino al 1999 quando, tre anni dopo la morte dell’autrice, venne tradotto in lingua francese diventando un best seller. Ne fu tratto addirittura un film, nel 1944 diretto da William Cameron Menzies. Il testo è così potente che anche in teatro, diventa un classico, e tantissimi artisti sentono l’esigenza di confrontarsi con le agghiaccianti tematiche che il carteggio traccia, con sinistra chiaroveggenza, entrando nel vivo degli eventi che condussero alla Soluzione Finale.

“Destinatario sconosciuto” è lo scambio di lettere tra un ebreo tedesco che vive a San Francisco, Max Eisenstein, e il suo ex socio in affari Martin Schulse, da poco rientrato in Germania. Lontani, i due amici sentono uno la mancanza dell’altro e per questo si scrivono. La storia è interamente raccontata attraverso 19 lettere, scambiate tra gli amici nel periodo che va dal 12 novembre 1932 al 3 marzo 1934. Dalle prime lettere emerge che Martin è tornato in una Germania poverissima, distrutta dalla prima guerra mondiale, che cerca disperatamente di riprendersi.

 

La vita per Martin in Germania è più agiata di quanto già non fosse in America; ha comprato una casa con trenta stanze, i tedeschi lo considerano un miliardario americano. Max continua a lavorare nella galleria e riferisce all’amico che in America l’inverno non è stato dei migliori.

Il Nazismo è un’ombra torbida sul destino di Max e Martin. Martin abbraccerà la causa ariana. Il suo fanatismo alimenterà il distacco tra i due amici, si tingerà di efferatezza. Diventerà delitto, disprezzo, odio, vendetta. Il finale, inaspettato, ribalterà i rapporti di forza.

Una storia perfetta sul piano romanzesco, che prende spunto da episodi reali. Una vicenda attuale, dati i rigurgiti xenofobi, fascisti, antisemiti che attraversano l’Europa del terzo millennio.

 

“Destinatario sconosciuto” è un testo che scuote la nostra etica. Ci poniamo delle domande su Martin: il male albergava da sempre dentro di lui? Se fosse rimasto in America, si sarebbe mantenuto pulito? E la sua, sarebbe stata vera innocenza? Forse non esiste in tutti noi un germe violento capace di esplodere in condizioni estreme, traumatiche?

E per concludere, lasciando sospese queste domande inquietanti, una curiosità. Secondo il figlio dell’autrice, l’idea della storia sarebbe nata grazie a un trafiletto di giornale: gli studenti americani in Germania in quegli anni rivelarono ai familiari la verità sulle atrocità naziste, ma questa verità non fu accettata dalla maggior parte degli americani. I familiari spesso ritennero che sarebbe stato divertente inviar loro lettere che si prendessero gioco di Hitler, e gli studenti dalla Germania risposero: “Piantatela. Siamo in pericolo. Queste persone non scherzano. Potreste uccidere qualcuno semplicemente scrivendogli.”

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