DI ROSSO E DI LUCE, di Valeria Corciolani (Rizzoli – agosto 2022)
Nella villa del cavaliere Petracchi è stato commesso un furto, una preziosa statuetta, e caso vuole che ad accorgersi del fatto sia la nostra Edna Silvera durante un ricevimento, diventando di fatto elemento chiave dell’indagine. Ma il destino beffardo ha in serbo per lei un’altra sorpresa, per conto della compagni assicurativa che tutela la collezione Patracchi viene infatti inviata come investigatrice Lara, ex allieva di Edna e assolutamente non delle più amate, una giovane in cerca di affermazione in un ambiente a forte impronta maschile piena di dubbi e povera in autostima. Lara scopre che oltre alla statuetta sono stati trafugati anche alcuni antichi manoscritti e da questo punto saranno lei e Edna a dover sciogliere il bandolo della matassa, tenendo testa a tutti i colpi di scena che gli si presenteranno. Sarà inoltre l’occasione per Edna di uscire allo scoperto, mettendo in luce il suo lato umano più nascosto e soprattutto mettendosi in discussione, in primis con Lara.
Troviamo anche un riuscito, e per niente retorico né stucchevole, viaggio di formazione di quest’ultima che da sgomitante aspirante detective prenderà sempre più consapevolezza delle proprie capacità. Non mancano ovviamente i personaggi che abbiamo amato nel primo libro (Ottavio, Leonardo e Orietta, per citarne tre a caso) e il cui contributo si rivelerà essenziale a confermare le intuizioni delle due protagoniste.
La trama è bella articolata, ricca di colpi di scena, per niente banale bello sviluppo e appassionante grazie alla prosa fresca e diretta e a un sapiente equilibrio tra momenti di tensioni, citazioni storico-artistiche e siparietti umoristici. Ne viene fuori una lettura estremamente piacevole, non leggerissima ma estremamente coinvolgente, dove tanti elementi a poco a poco vengono fuori e dove si affina la definizione dei tratti della nostra protagonista principale. Certo, rimangono ancora delle zone d’ombra, ma del resto siamo solo al secondo romanzo di Edna, e il viaggio credo- è spero- sarà ancora lungo.
Recensione di Enrico Spinelli
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