DI TUTTO UN POST I RACCONTI DI Jean Renaud, di Renato Sadurny
Lo pseudonimo la racconta lunga sulla personalità di Renato Sadurny.
Renato è secondo me uno di quegli uomini con cui ci si litiga, mica è uno accondiscendente, ed è capace di farti incazzare pure parecchio. Un uomo pure “vecchio stampo” si direbbe oggi. Eppure penso che uomini come lui, veraci, duri e teneri assieme, allegri e malinconici in egual modo, ce ne siano ormai pochi in circolazione.
Questo suo libro apre le porte di casa sua, così te lo vedi parlare della vita di tutti i giorni in modo autentico e commovente. Te lo immagini lì con la sigaretta, a gustarsi magari un limoncello e rimpiangere la sua Napoli.
Mi sono fatta tante risate con racconto Patologie Moderne o Testimoni di Geova, ho scoperto la vita di Enrico VIII nei capitoli de Un Barbablù rinascimentale nel modo in cui avei voluto mi fosse raccontato a scuola, mi sono commossa leggendo alcuni passaggi che, ne sono certa, lo hanno visto protagonista.
La bellezza di questi racconti mi ha ricordato i film di Totò, che da piccola mi guardavo e riguardavo (vedi Jean a volte cosa si scova in una milanese DOC?). Scorci di vita reale. Con quel suo modo solo napoletano tra una flessione dialiettale e un italiano peraltro perfetto e forbito.
Siamo pieni di reality e talent di ogni genere e abbiamo perso il contatto con la vita reale, quella che racconta con grande autenticità Renato. Non che tutti i suoi pensieri mi abbiano trovato d’accordo, ma chi se ne importa, Renato potrebbe essere pure uno di quei nemici che si rispettano (anche questo fuori moda ormai).
Ne consiglio vivacemente la lettura, ti vien voglia di bere un caffè con lui dopo la sua autointervista finale.
Recensione di Silvia Sebastiani
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